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Morto Andrea Camilleri, il maestro ci ha lasciato orfani della sua arte

Morto Andrea Camilleri, il Maestro non ce l’ha fatta e se ne è andato questa mattina alle 8,20 dopo un mese dal ricovero in rianimazione all’ospedale santo Spirito di Roma per arresto cardiaco. Da allora non si era più ripreso e le sue condizioni sono andare via via peggiorando.

Dal 21 giugno i medici avevano interrotto i bollettini. Il grande scrittore è stato assistito dalla moglie e le tre figlie che si sono avvicendate nel reparto dove era assistito il maestro .

Aveva 93 anni, da qualche settimana prima del malore si era fermato per una caduta con rottura di femore ma i suoi progetti non si erano arrestati tanto che Nene come lo chiamavano gli amici avrebbe dovuto esibirsi pochi giorni fa a Caracalla.

Per volontà del Maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio.

Morto Andrea Camilleri: a lavoro fino all’ultimo momento

Il papà di Montalbano aveva perso la vista ormai da alcuni anni ma non aveva mai smesso di lavorare, la sua capacità di raccontare era rimasta la stessa, la stessa che lo rendeva unico e amabile per il suo pubblico.

Non è stato soltanto uno scrittore di grandissimo successo, ma anche un drammaturgo e un autore teatrale e televisivo.

Fino all’ultimo Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925, ha continuato raccontare le avventure di Montalbano, le memorie dettate alla sua assistente e agente Valentina Alferj anche quando non poteva più scrivere, i ricordi di una vita lunga, affrontata sempre stando dentro le cose, vivendo appieno il suo tempo con consapevolezza e generosità.

Autore di oltre cento libri, tutti pubblicati in età matura, dal 1980, poi nel 1994 nasce dalla sua mente fantastica il commissario Montalbano con «La forma dell’acqua», primo libro della serie, tutti tradotti in almeno 120 lingue.

Nel 1998, il personaggio tanto amato dai lettori divenne una serie televisiva interpretata da Luca Zingaretti imponendosi come uno dei casi editoriali più significativi degli ultimi vent’anni.

Ultima, commovente ed indimenticabile apparizione sul palco nel giugno del 2018 al Teatro Greco di Siracusa dove ha interpretato Tiresia per una notte, ammaliando diecimila spettatori con il racconto delle peripezie del mitico indovino accecato dagli dèi e poi adottato dalla letteratura di tutti i tempi.
Un’ora e mezza di monologo diventato un film con la regia di Roberto Andò e Stefano Vicario che resta il testamento di un uomo che amava la vita e il suo lavoro e che come ha spesso dichiarato “non aveva paura della morte”, ma non voleva morire, aveva ancora troppe cose da fare.
Ci lascia, tristi, soli e orfani del suo spirito unico, consolatorio e schietto, e non è retorica.
Germana Bevilacqua

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