Morte di Michele Pisciotta, De Vardo (Feneal Uil): “Morti sul lavoro segno di sottosviluppo e inciviltà”
La mattanza delle morti bianche prosegue drammaticamente senza sosta e senza clamore, L’ultimo episodio ha riguardato Michele Pisciotta, falegname di Palermo, morto cadendo da una impalcatura.
Il segretario generale della Feneal Uil Tirrenica Messina – Palermo, Pasquale De Vardo, stringendosi all’immenso dolore della famiglia, lancia l’allarme: “Adesso parliamo di carneficina, 909 morti sul lavoro nei primi 10 mesi del 2022, + 41,6% al sud. Michele Pisciotta che ha perso la vita svolgendo il proprio lavoro, aveva 67 anni ed ancora era costretto ad arrampicarsi nei ponteggi. Le morti sul lavoro sono il chiaro segno di sottosviluppo ed inciviltà. Rappresentano la tragica conseguenza del lavoro irregolare, della mancanza di tutele e formazione e troppo spesso dell’inadeguata attività di controllo. È inaccettabile che ancora oggi si possa morire di lavoro, il diritto alla sicurezza e alla salute non può essere negoziato né barattato o, peggio ancora, considerato un optional, si tratta di un preciso diritto e dovere di ogni singolo lavoratore”.
“Troppo spesso – continua De Vardo – le maestranze non ricevono la necessaria formazione sui rischi che corrono e contestualmente non ci sono i dovuti controlli, il lavoro ormai è diventato precario e sui precari non si fa formazione; purtroppo, come accade da troppo tempo, i caduti sul lavoro non fanno notizia e, alla stregua di un vergognoso bollettino di guerra, le vittime aumentano giornalmente.”
“Come sindacato – conclude De Vardo – auspichiamo un fermo, deciso e rapido intervento della Magistratura che punisca eventuali responsabilità, ed invitiamo l’Ispettorato del Lavoro e lo Spresal a svolgere una lotta senza quartiere per colpire le troppe illegalità e punire i responsabili, fermando la triste mattanza dei lavoratori”