150 chili di farina, 125 litri di latte e 125 di acqua, 150 uova, 72 chili di zucchero, 2 chili e mezzo di lievito di birra, 2 chili di cannella, 10 litri di olio di oliva e 50 di olio di semi per la frittura, 100 buste di zafferano, 10 chili di scorza di arance e limoni. Sono questi i numeri degli ingredienti dell’XI^ Sagra della Sfincia di Montelepre in programma il 6 gennaio 2012 in Piazza Principe di Piemonte.
Nel giorno dell’epifania, dalle 15 in poi, i volontari dell’associazione Atma prepareranno e friggeranno oltre 20 mila frittelle da far degustare ai numerosi visitatori che, puntualmente, giungono in paese per l’occasione.
Quest’anno, l’evento ritrova nuova luce e nuovo gusto, anche alla Torre Ventimiglia, grazie al coinvolgimento di tre professionisti siciliani : Giuseppe Costa, chef e titolare del ristorante Il Bavaglino di Terrasini, Tony Lo Coco, chef de I Pupi di Bagheria, e il maestro pasticcere Giovanni Cappello, che prepareranno un antipasto, un primo piatto e un dessert a base di sfincie.
Dalle 16 in poi, nel bene architettonico, verranno allestiti dei laboratori di enogastronomia, aperti ad operatori del settore e giornalisti. Giuseppe Costa preparerà ‘Sfincia leggera’.Caldo-freddo’.morbido-croccante’; Tony Lo Coco ‘Gocciolati di sfince con zucca rossa in agrodolce su consomme di gallinella affumicata e aria di prezzemolo’; infine Giovanni Cappello proporrà ‘Dolci pensieri di Giovanni’. La degustazione dei vini ‘Abbinamenti di Gusto’ verrà curata invece dal Maitre Andrea Paduano.
Per la prima volta gli chef prendono parte attiva per rilanciare questa frittella della
tradizione, portata a conoscenza del grande pubblico dall’Atma, un’associazione
locale che, 11 anni fa, ha fatto muovere i primi passi alla sagra proprio
partendo dalle cucine di casa.
La sfincia è una frittella di ingredienti poveri che, un tempo, nel periodo natalizio le nostre nonne realizzavano per imbandire la tavola in festa. Si prepara con un impasto di farina, latte, acqua e lievito; si ricava con l’aiuto di un cucchiaio, si immerge nell´olio bollente e appena raggiunta una frittura dorata, viene addolcita con una spolverata di zucchero e cannella.
Diversa invece la preparazione della ‘Sfincia di prescia’ (prescia = premura).
L’impasto di farina, latte, zucchero cannella e zafferano (niente lievito) viene lavorato velocemente in tegame per evitare che si attacchi alla pentola. Lo stesso viene poi riversato in uno ‘scanaturi’ (una piattaforma di legno). A questo punto vengono aggiunte le uova al composto che viene lavorato a mano per formare delle piccole sfince a forma di ‘e’. Anche queste, verranno fritte in piazza per farle degustare al pubblico ancora calde.
Nel corso della sagra, animata pure da musica dal vivo con la Dixland Street Parade, giochi gonfiabili per i bambini e il cabaret di Tony Carbone, vengono preparate altre varianti di sfincie, a base di riso, patate lesse e di zucca passate a setaccio; ingredienti utilizzati al posto della farina con lo stesso procedimento della ricetta tradizionale. L’alternativa nacque nei periodi di grande povertà, quando in paese era difficile reperire la farina quale importante bene di prima necessità.
Da qualche anno, il dolce viene pure preparato con speciali ingredienti senza
glutine, per consentire anche ai celiaci di degustarlo.
(Teleoccidente)
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