Montelepre, due lapidi in memoria delle vittime delle esplosioni del ’43 e del 53
Ha rivissuto il tragico giorno dei funerali delle vittime dell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio, avvenuta il 23 settembre del 1953 in contrada San Bartolo a Montelepre, Mons. Saverio F…
di redazione
Ha rivissuto il tragico giorno dei funerali delle vittime dell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio, avvenuta il 23 settembre del 1953 in contrada San Bartolo a Montelepre, Mons. Saverio Ferina, all’epoca parroco della Chiesa di Santa Rosalia. Il doloroso ricordo di quelle 6 bare e della straziante perdita subita dalle famiglie di altre due vittime, pochi giorni dopo l’incendio, è riaffiorato nelle parole espresse durante l’omelia della messa celebrata ieri mattina al Cimitero di Montelepre, dove sono state inaugurate due lapidi in memoria di tutte le 8 persone decedute in quel terribile episodio e delle altre 18 vittime tragicamente scomparse durante l’esplosione di una polveriera a Piano dell’occhio, in contrada San Nicolò, nel territorio di Carini, avvenuta il 10 novembre del 1943. Due tragiche esplosioni a distanza di 10 anni l’una dall’altra che portarono via la vita anche a due bambini: Anna Maria e Domenico Adamita di 5 e 2 anni e agli adolescenti Salvatore Anello di 14 anni, Santo Terranova, di 12, Antonino Gaglio di 16 anni, Guseppe Traina di 13, Francesco Flagiello di 13 e Nunzia Cucinella di 14. I nomi di tutte le vittime sono impresse adesso in due diverse lapidi di marmo realizzate dalla Parrocchia di Santa Rosalia con il contributo dei familiari e dei fedeli. Vincenzo Purpura, ex sindaco di Montelepre, quando saltò in aria la polveriera, nel 1943 era solo un bambino, ma ha rammentato, durante la celebrazione religiosa, lo spirito di chi spinse quel giorno quelle 26 persone a recarsi in quel luogo abbandonato dall’esercito. Giovani e adulti, alle prese con la fame della povertà del tempo, andarono in quel sito in cerca di alimenti in scatola, di materiale ferroso che poi avrebbero potuto rivendere per pochi spiccioli; ma le ogive lasciate incustodite dai soldati esplosero all’improvviso, uccidendo tutti sul colpo. I fratelli Gaglio, presenti ieri alla celebrazione a cui hanno preso parte autorità civili e militari, erano piccolissimi quando il loro padre, Salvatore, a soli 33 anni, saltò in aria nell’esplosione. I PARTICOLARI E LE INTERVISTE NEL TG