Cronaca

Monte Pellegrino Palermo, Regione interviene per la messa in sicurezza

Monte Pellegrino Palermo. Caduta massi e crolli dalle pareti rocciose di Monte Pellegrino: finanziate le indagini tecniche per la stesura della progettazione esecutiva.

Ne dà notizia il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in qualità di commissario di governo contro il dissesto idrogeologico nell’Isola, dando così seguito al piano di sicurezza già avviato nel luglio dello scorso anno con i primi lavori di consolidamento e che ora vede la seconda tappa del percorso, utile a garantire la piena sicurezza del sito.

Già alla fine di dicembre scorso, il Comune di Palermo aveva predisposto una serie di ispezioni e rilievi sulle pareti rocciose di Monte Pellegrino, finalizzati alla messa in sicurezza dell’area contro la caduta di massi.

In quell’occasione l’amministrazione ha richiesto l’emissione di ordinanze per l’evacuazione precauzionale delle abitazioni sottostanti l’area interessata e per la limitazione del traffico nelle aree che saranno interessate dal cantiere.

Nei vari fronti della montagna che sovrasta Palermo erano da anni programmati diversi interventi per mettere in sicurezza le pareti.

Monte Pellegrino Palermo: interventi sui tre versanti

Per l’esattezza, verranno eseguiti studi tecnici – per un importo complessivo di 3,7 milioni di euro – sui tre versanti di Monte Pellegrino, sia in quelli più problematici e rischiosi, Addaura e Mondello, sia in quello Vergine Maria.

‘Interveniamo ancora una volta e in modo tempestivo – commenta il presidente Nello Musumeci – per scongiurare il rischio di cadute massi, con grave pericolo per l’incolumità dei residenti e degli automobilisti che percorrono le strade a valle.

Verifiche di tal genere sono propedeutiche ad una progettazione esecutiva e, quindi, cantierabile, in grado di risolvere il problema in modo definitivo’. Lo studio di ingegneria – prove di impatto ambientale, analisi geotecniche e geologiche – indicherà, in modo dettagliato, gli strumenti da predisporre e le modalità operative, distinguendo tra interventi di protezione attiva, quali le reti e le funi, e di protezione passiva, ossia le barriere paramassi.

Redazione

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