Montante, presunte pressioni su progetto di fusione dell’Ast
Le dichiarazioni sono emerse nel corso di una delle udienze del processo sul cosiddetto Sistema Montante, che si celebra a Caltanissetta nei confronti di 17 imputati.
Uno dei testimoni dell’accusa, Maria Sole Vizzini, commercialista e revisore contabile dell’Ast dal 2007 fino al 2016, ha dichiarato di avere ricevuto pressioni sul progetto di fusione di tutte le partecipate dell’Ast .
Come riporta l’Ansa, “Durante una riunione – ha detto la commercialista rispondendo alle domande del pm Maurizio Bonaccorso – un dirigente mi comunicò che si sarebbe fatta una fusione che avrebbe inglobato tutte le partecipate di Ast. Su questo progetto si aprì una guerra. Gli interessi erano a mio parere legati, con la trasformazione dell’Ast da ente pubblico a società, al notevole parco immobili. Mi sono resa conto a un certo punto che la Regione era diventata un nemico dell’Ast. Vedendo una serie di comportamenti scorretti sono andata a volte oltre il mio ruolo scrivendo delle lettere”.
Questa la ricostruzione della vicenda dalle parole della Vizzini: “L’ex onorevole Vincenzo Giambrone, che è stato il primo ad opporsi alla fusione, venne indagato per un fatto legato a una collaboratrice e fu obbligato a dimettersi. Al suo posto subentrò l’avvocato Giulio Cusimano il quale si oppose anche alla fusione dell’Ast in maniera molto eloquente.
Una volta è venuto gridando dicendo che era stato in audizione da Lombardo che gli avrebbe fatto delle pressioni affinché lui non rompesse le scatole sulla fusione. Mi permisi di dirgli che se c’erano elementi era più utile fare una denuncia.
Un giorno mi chiama e mi dice ti devo parlare. Mi raggiunge, con il volto pallido e provato, e mi dice: ‘Mi hanno avvicinato due tipi che mi hanno detto che se rompevo le scatole su Ast mi rovinano a me e alla mia famiglia’”.
“Con Crocetta – ha concluso la testimone – ebbi svariati problemi e a un certo punto pensai che chi combatte l’illegalità non può pensare di poter usurpare un’azienda pubblica”.
In sede di controesame la teste ha comunque confermato le dichiarazioni rese al pm; “nel dicembre 2013 mi recai da Montante su mia sollecitazione per parlare della vicenda Ast e lui mi rispose che in quel momento non era possibile procedere alla privatizzazione…”.
Nella prossima udienza fissata per il 5 ottobre alle 9.30 in aula bunker sarà sentito come teste l’assessore Gaetano Armao.
LEGGI ANCHE
TRAFFICO DI DROGA DALLA SPAGNA A PALERMO, ARRESTI
QUARANTA MIGRANTI FUGGITI DA SICULIANA