Sette adulti e undici fanciulli hanno intrapreso domenica scorsa il cammino di fede per ricevere i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, cresima ed Eucaristia). A celebrare il ‘rito di ammissione’, nella cattedrale di Monreale, l’arcivescovo Salvatore Di Cristina. A intraprendere ‘il catecumenato’, sono Ruben Calò e Daniele Lo Coco di Terrasini; Daniela e Manuela Campanella di Monreale; Vincenza Marta Evola e Veronica Fiumefreddo di Partinico; e i piccoli Dennis Barretta e Ivan Rossello di Partinico; Andrea e Paolo Cannella, Thomas Francesco Ferrante e Miroslav Daniel Vaccaro di Palermo-Rocca; Galia Girgenti di Prizzi; Nathalia Mapelli, Victoria Alexandra e Marco Antonio Rizzo di Capaci; Nicolai Spezia di Corleone. Questi candidati faranno tutto il cammino di preparazione nelle comunità dei rispettivi paesi di provenienza per poi ricevere, dopo alcuni anni, i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, cresima ed Eucaristia) nella Chiesa Cattedrale, dal Vescovo, durante la veglia pasquale. Il libro-guida consegnato loro da Monsignor Salvatore Di Cristina sarà la Sacra Scrittura, dalla cui lettura e meditazione non solo conosceranno la vita di Cristo e i suoi insegnamenti, ma anche attingeranno il nutrimento spirituale per vivere da cristiani in questo mondo.
L’Arcivescovo Di Cristina ha ricordato nell’omelia come l’accogliere nuovi membri nella chiesa rappresenti un gesto di grande carità e rende visibile il compito della chiesa-madre che si prende cura di tutti i figli di Dio, specialmente di coloro che ancora non lo conoscono e che nutrono in cuor loro il desiderio di diventare suoi amici e discepoli. Non è mancato nella celebrazione il ricordo e la preghiera per coloro che sono stati chiamati a governare la nostra patria in questo momento tanto delicato della vita sociale e della politica, perché siano ispirati dai più alti sentimenti per il bene del nostro paese e dei suoi cittadini, e promuovano tutte le possibili iniziative a favore di quanti vivono in condizioni di precarietà a causa della mancanza del lavoro e per l’incertezza per il loro futuro, in particolare dei lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese e dell’area industriale di Carini.
(Teleoccidente)
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