Monitoraggio Covid del venerdì, la Sicilia rischia la zona rossa

Oggi, come di consueto, arriva il responso del monitoraggio settimanale nazionale sulla pandemia che decide eventuali cambi di colore nelle Regioni.

La zona rossa, come è ormai noto, scatta automaticamente con 250 casi ogni 100mila abitanti. In Sicilia la situazione epidemiologica è al limite, se si fa riferimento ai dati comunicati ieri, dopo il clamoroso errore del giorno precedente.

Si parla di 1.282 nuovi contagi dati che porta il tasso di positività è del 12,4%. Di questi 511 sono concentrati nell’area metropolitana di Palermo (1203 casi in 3 giorni). Un incremento del 53% di contagi rispetto al bollettino del 31 marzo.

Dopo lo scandalo sulla Sanità in Sicilia di questi giorno, con l’arresto di una dirigente e due funzionari, e che ha visto pure le dimissioni dell’assessore Razza, l’assessorato apppare totalmente allo sbando. Il servizio di trattamento dei dati quotidiani su tamponi e contagi, sul quale è incentrata l’inchiesta appunto, era gestita proprio da coloro che adesso si trovano ai domiciliari.

Una situazione che ha lasciato nel caos la gestione di un servizio essenziale sia per il monitoraggio in se sia per l’importanza dei dati dai quali dipende la collocazione dell’Isola nelle varie fasce di rischio e le conseguenti restrizioni. Un elemento che ha una ricaduta su molte attività economiche.

Nel resto del Paese intanto la Campania e il Veneto oggi potrebbero passare in arancione mentre si aggrava la situazione in Liguria dove il presidente ha disposto la zona rossa nel Ponente ligure, nelle province di Savona e di Imperia.

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