Il paesaggio mediterraneo diventa un elegante abito da indossare: il Radicepura Garden Festival, dopo l’arte figurativa, culinaria e cinematografica, attinge a quella sartoriale, nell’affascinante universo della moda, per dare e dimostrare il valore culturale del giardino e del patrimonio botanico della nostra terra.
Sabato 9 settembre, alle 18.00 nella location del Festival, sfileranno in passerella dieci creazioni di haute couture ispirate alla natura della Sicilia e ai giardini realizzati in occasione della biennale internazionale ideata da Mario Faro e organizzata dalla Fondazione Radicepura. A firmare gli abiti è Alberta Florence, l’atelier fondato dalla designer toscana Giulia Mondolfi.
Per realizzarli la giovane stilista ha scelto «una tavolozza finita di colori e forme – ha affermato – esattamente come fanno i progettisti, che per un giardino scelgono fra le piante di un territorio per creare continuità con il paesaggio circostante. Ho voluto che i miei dieci abiti dialogassero fra loro e attingessero dallo stesso mondo di suggestioni del paesaggio mediterraneo per poi declinare sul progetto di ogni singolo giardino».
Abbandonati i tipici tagli geometrici dell’atelier, negli abiti che saranno protagonisti del défilé predominano le forme organiche, morbide e le linee sinuose tipiche del mondo naturale. Tra i colori prevalgono il verde acqua, il rosa e l’ocra, per richiamare le tonalità dei giardini mediterranei. Nella scelta dei tessuti, per la prima volta, la stilista fiorentina predilige stoffe ricamate e intarsiate, oltre alle immancabili stampe floreali, con prevalenza di seta e lino.
Tra le opere del Garden Festival, ad esempio, il giardino di James Basson Arethusa and Alpheus – in cui l’isola di Ortigia è evocata attraverso il mito del dio Alfeo e della ninfa Aretusa – diventa la cornice perfetta per un abito che è un vero e proprio omaggio alla pianta di papiro. O ancora, il giardino Identità Mediterranea, curato da un gruppo di studenti dell’Università di Bologna, diviene fonte d’ispirazione per un vestito dove un grande fiore stilizzato rappresenta l’essenza delle nostre origini.
«Ho cercato – ha concluso Giulia Mondolfi – di dare la mia personale interpretazione all’esperienza mediterranea raccontata dal Radicepura Garden Festival. È stata una grande sfida, sia come architetto paesaggista sia come designer. Un’occasione unica per riscoprire e appassionarmi nuovamente alla struttura del giardino islamico e alle meraviglie botaniche del sud Italia, in particolare della Sicilia. Posso anticipare che molte delle suggestioni nate da questo lavoro si riverseranno nella prossima capsule collection Alberta Florence, chiamata Wundrekrammer».
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