Il Ministro Boccia, titolare degli Affari regionali e le Autonomie del Governo Conte II, intervistato da Klaus Davi ha chiarito alcuni punti di quella che sarà la sua linea politica alla guida del Ministero. E lo ha fatto tratteggiando quelle che sono le sue priorità per il sud.
Su tutte la definizione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni. Secondo il ministro Boccia, la costruzione di una nuova cornice di riferimento, stabilendo quali sono questi livelli essenziali delle prestazioni, deve avvenire prima di ogni discussione sull’autonomia differenziata, così come impostata, finora, dalle Regioni del nord.
“Quando io dico ai Presidenti del nord, che erano già partiti, ma ora lo dirò anche ai Presidenti del sud, costruiamo una cornice nuova e stabiliamo prima di tutto i livelli essenziali delle prestazioni, cioè quali devono essere i livelli che lo Stato deve garantire a tutti gli Italiani, indipendentemente dal ceto e dal censo, sia a sud che a nord. Questo significa che il numero degli asili nido deve essere uguale a Milano come a Reggio Calabria. Scuola a tempo pieno, deve essere uguale a Treviso come a Palermo. Questo significa avere dei livelli essenziali delle prestazioni uguali per tutti.”
Questo tipo di impostazione, che Boccia condivide con Peppe Provenzano, Ministro per il Sud e la coesione territoriale, ha senz’altro il pregio di creare una maggiore coesione ed equità sociale a livello nazionale. Richiede che lo Stato intervenga economicamente per supportare le Regioni più arretrate nel raggiungere almeno le medie nazionali.
Da qui la rottura con le Regioni del nord, che si sono dichiarate non disposte ad aspettare ulteriormente accusando le direttive ministeriali di assistenzialismo. Su un punto invece si trovano in accordo, nel richiamare il Sud ad una maggiore efficienza amministrativa.
“Il problema è che al sud non possono pensare che il meccanismo serva solo a pompare denaro e basta. Quindi chi è capace ad amministrare resta e chi non è capace va via. Vorrei ricordare che quando nell’89 cadde il muro di Berlino, il ritardo dell’ex DDR, la Germania est, con la Calabria, era a due cifre. Non consiglio di andare a guardare adesso il ritardo che la Calabria ha accumulato. La causa è anche nelle risorse nazionali pesantemente ridotte al Sud in questi anni. Il sud ha potuto usufruire delle risorse comunitarie, che sono diventate, però, sostitutive e non aggiuntive di quelle ordinarie. Ma su quelle ordinarie, il sud avrebbe dovuto avere sempre il 34%.”
Durante l’intervista che Klaus Davi ha condotto per conto della Gazzetta del Sud e del Giornale di Sicilia, il Ministro ha parlato anche del ponte sullo Stretto di Messina. Ritenuto allo stato attuale un’opera inutile per la Sicilia. Perché necessita di interventi strutturali di ben altro tipo. “Percorrendola in lungo e in largo e parlando con la gente, mi viene continuamente chiesto ‘quando è che sistemate le ferrovie?’. Quanto al ponte sullo Stretto di Messina, c’è un ministro del Mezzogiorno, ha le sue competenze. Ho sempre detto che vorrei arrivare a Messina, prendere un treno mediamente veloce e arrivare in un paio d’ore a Palermo. Inutile parlare del ponte… I siciliani chiedono prima le fogne, le infrastrutture adeguate.”
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