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Migranti, i dieci punti del piano UE che non affrontano il vero problema

A Lussemburgo si sono riuniti i ministri degli Esteri e dell’Interno dell’Unione Europea e il commissario per l’Immigrazione Dimitris Avramopoulos ha presentato un piano d’azione di 10 punti per “azioni immediate” da intraprendere in risposta alla situazione di crisi nel Mediterraneo dopo la strage nel canale di Sicilia costata la vita a 900 migranti. Eccolo indicato di seguito in sintesi: 1) rinforzare le operazioni congiunte nel Mediterraneo, Triton in Italia e Poseidon in Grecia, aumentando le risorse economiche e il numero di equipaggiamenti; l’operazione italiana Mare Nostrum costava 9 milioni di euro al mese e operava fino a 100 miglia dalla costa: ha salvato 150mila vite. Triton costa un terzo e opera fino a 30 miglia dalla Sicilia, con il conseguente tributo di morte. 2) catturare e distruggere le navi usate dai trafficanti. 3) rafforzamento dei contatti e della cooperazione fra le agenzie Europol (polizie europea), Frontex (gestione frontiere Ue), Easo (sistema europeo di asilo) e Eurojust (cooperazione giuridica Ue) nelle loro indagini sulle attività dei trafficanti. 4) Easo dispiegherà squadre in Italia e Grecia, per processare congiuntamente le richieste di asilo. 5) gli Stati membri prenderanno le impronte digitali a tutti i migranti sbarcati sul proprio territorio. 6) valutazione di opzioni per un meccanismo di ricollocazione di emergenza. 7) sulla ricollocazione, offerta di posti a persone che necessitano di protezione (perseguitati, zone di conflitto, ecc.). 8) programmi di rimpatrio rapido per i migranti irregolari: Frontex e Stati membri in prima linea. 9) la Libia: urge cooperazione dei Paesi africani che la circondano. Lo Stato è in condizioni di quasi completa anarchia e l’Ue non può fare tutto da sola, previsto incremento di iniziative di controllo in Niger. 10) schierare ufficiali in Paesi terzi chiave, per raccogliere informazioni sui flussi migratori e rafforzare il ruolo delle delegazioni Ue.“Non più emergenza, ma urgenza”. Queste le parole di Avramopoulos e dell’l’Alto Rappresentante per la Politica estera, Federica Mogherini. “Questo piano d’azione – hanno aggiunto – sarà sottoposto al Consiglio europeo – summit dei capi di Stato e di governo – giovedì 23 aprile”. Certo si tratta di un passo in avanti rispetto alla colpevole latitanza fin qui registrata ma fino a quando non si andrà al cuore del problema, cioè alla gestione diretta dei campi profughi in Libia, saranno soltanto pannicelli caldi.

Redazione

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