“Per affrontare la crisi la Sicilia
ha bisogno di idee nuove e di mettersi con le carte e i conti in
regola per confrontarsi con tutti, a partire dal nuovo Governo
nazionale. Le giornate dell’Economia ci hanno dato spunti
interessanti che sono stati tradotti in una lettera inviata al
Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Riteniamo cosi’ di aver
tratto le giuste conseguenze di una settimana di inteso lavoro che
la Fondazione Curella ha offerto a tutti per lo sviluppo della
Sicilia”.
Lo ha detto l’assessore regionale per l’Economia, Gaetano Armao,
illustrando i contenuti e gli obiettivi raggiunti dalla quarta
edizione delle “Giornate dell’Economia del Mezzogiorno”.
“Dobbiamo perseguire un duplice obiettivo: proseguire con
coerenza la linea di rigore da cui finora non ci siamo allontanati
e al tempo stesso puntare sullo sviluppo e sul sostegno
all’impresa, come i lusinghieri risultati sul credito d’imposta
dimostrano”.
Nell’agenda degli impegni emersi si evidenziano: la fiscalita’
compensativa generalizzata per le nuove imprese nel Mezzogiorno,
l’eliminazione dei contributi per i nuovi assunti al Sud per 5
anni, il passaggio dal disimpegno automatico alla sostituzione dei
poteri nei fondi strutturali. E la riaffermazione dell’importanza
del corridoio Malta-Catania-Palermo-Berlino-Helsinki, un grande
evento da realizzare nel Mezzogiorno entro il 2020, la
perequazione infrastrutturale Nord-Sud nel rispetto della legge
sul federalismo, la creazione di un’agenzia nazionale per
l’attrazione di investimenti dall’estero e l’attivazione di un
piano di integrazione economico-culturale con i Paesi del
Mediterraneo.
“Nella lettera indirizzata a Napolitano – ha detto Pietro
Busetta, presidente della Fondazione Curella – abbiamo delineato
le possibili azioni da intraprendere. Prima fra tutte, attrarre
investimenti nelle aree meridionali”.
Per Armao, “le Giornate dell’economia hanno dimostrato un modo
concreto di fare squadra in Sicilia, mettendo insieme associazioni
di categoria, universita’, istituzioni, banche e assessorato
regionale per fare una riflessione sul futuro della Sicilia. Le
previsioni dicono che nel 2050, se non si inverte la tendenza, la
Sicilia avra’ un quarto di Pil in meno, il 30 per cento di
abitanti in meno e un’eta’ media di 55 anni rispetto a un
continente con 3,5 miliardi e mezzo di abitanti con un’eta’ media
al di sotto dei 33 anni”.
fi/sl
181603 Nov 11 NNNN
(Regione Sicilia)
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