A Palazzo Zanca, sede del Consiglio comunale di Messina si respira un’aria tesa. Le visite degli agenti della Digos, l’acquisizione di faldoni contenenti gli atti relativi a tutte le attività svolte dai consiglieri comunali in aula e nelle commissioni, le notizie di inchieste a tappeto in tutti i principali Comuni della Sicilia, hanno creato un clima da assedio sollecitando l’interesse mediatico nazionale. Ieri mattina la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, prima di essere “braccata” dagli inviati de “Le Iene” per il caso dell’auto parcheggiata nello stallo di viale Boccetta riservato ai diversamente abili (è stato intervistato anche il comandante della polizia municipale Calogero Ferlisi), ha bloccato l’accesso, impedendo a giornalisti e non addetti ai lavori di entrare nella zona antistante la sala commissioni. Qualche consigliere, in verità, continua a ribadire non solo la propria assoluta serenità, ma anzi la necessità che si faccia chiarezza, per evitare che tutti finiscano nel stesso tritacarne. Sarà interessante vedere le reazioni ufficiali del consiglio comunale nel suo complesso, in occasione della seduta convocata per martedì prossimo.
Ma la “Gettonopoli” messinese potrebbe avere conseguenze politiche sulla tenuta della giunta Accoriti: sono in corso manovre per avviare la raccolta di firme per la mozione di sfiducia nei confronti dell’attuale sindaco, così come avvenuto per la Collica, prima cittadina di Barcellona.
In realtà, le vicende di Palazzo Zanca e Palazzo del Longano appaiono profondamente diverse, anche se c’è un comune denominatore: la qualifica di outsider di due soggetti che hanno vinto le elezioni, sconfiggendo vere le armate della vecchia politica.
Paradossalmente i nuovi venti di “antipolitica” legati a Gettonopoli potrebbero colpire proprio le esperienze “rivoluzionarie”: a Barcellona è già successo, a Messina potrebbe ripetersi.. Accorinti ha un solo consigliere dalla sua parte (Lucy Fenech, proprio colei che da un anno va chiedendo invano la modifica al regolamento sui gettoni di presenza e che, per questi motivi, è stata di fatto isolata dal resto del consiglio) e se l’aula comunale prende la palla al balzo, la sua sorte appare segnata.
La mozione di sfiducia non appare comunque immediata e Accorinti e la su squadra sono convinti di poter raccogliere nei prossimi mesi i frutti di un lavoro spesso condiviso con larga parte del consiglio comunale che avrebbe qualche difficoltà a spiegare politicamente l’improvviso voltafaccia.
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