NAPOLI (ITALPRESS). “Il Green Pass come lo abbiamo adottato noi rappresenta soprattutto un caso unico mondiale”. Lo dice il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni nel corso di un punto stampa organizzato a Napoli in Piazza dei Martiri. Forse sono matta io ma qualcuno mi deve spiegare perché l’Italia è l’unica nazione al mondo a chiedere il green pass, cioè di fatto un lasciapassare governativo, per esercitare il diritto di lavorare. Sono matti tutti gli altri, sono irresponsabili tutti gli altri, sono no vax tutti gli altri, come vengo accusata di esserlo io che ho la stessa posizione di tutte le grandi democrazie occidentali?. Bisogna – continua Meloni – fare la campagna vaccinale, informando i cittadini, accompagnandoli, aiutandoli con informazioni certe e non con l’obbligo del green pass, come obbligo vaccinale surrettizio. Gli altri paesi hanno una posizione più seria e più liberale del governo italiano che non è in grado di assumersi la responsabilità, se vuole farlo, di introdurre l’obbligo vaccinale”.
“La Lega ha cambiato idea sul green pass? Loro hanno un vincolo di lealtà con la maggioranza, purtroppo questo accade quando si fa parte di governi e maggioranze arcobaleno” spiega ancora la numero 1 di Fratelli d’Italia. “In questo Parlamento la maggioranza è in mano al centro sinistra e i numeri vanno dalla loro parte. La Lega su questo tema ha preso posizioni di voto e li ho ringraziati per questo, sono andati fino in fondo, ma i numeri non sono dalla parte del centro destra. I governi possono cambiare quanto si vuole ma alla fine, finché c’è questo Parlamento, le cose non cambieranno mai perché la sinistra che non ha i numeri nel Paese ha i numeri in Parlamento”.
E in merito al vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni Meloni dice: “E’ una cosa sulla quale bisogna essere estremamente prudenti” “Noi sappiamo che nei bambini molto piccoli l’impatto del Covid difficilmente produce rischi importanti e sappiamo anche che i vaccini, con tutta la sicurezza che possono avere, hanno comunque un’autorizzazione condizionata perché hanno fatto le sperimentazioni in tempi molto rapide perché ovviamente servivano in fretta. Ho fatto vaccinare mia madre, 67 anni immunodepressa, tra i primi a Roma. Mia figlia di 5 anni non credo che la farei vaccinare sinceramente”.
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