Matteo Renzi lascia il Pd, nuovo segretario sarà scelto dalle primarie
Matteo Renzi lascia il Pd. Matteo Renzi ha annunciato in conferenza stampa le dimissioni da segretario del Partito democratico e l’avvio delle procedure per un prossimo congresso.
“Diciamo grazie a tutti i candidati che non ce l’hanno fatta per pochi voti, che hanno fatto campagna sul territorio. Ricominceremo dal basso, diremo si a tutto ciò che serve al Paese e diremo no a gli inciuci, ai “caminetti ristretti” e ad ogni forma di estremismo” queste le dichiarazioni del segretario del Pd.
“Staremo all’opposizione se è quello che ci chiedono gli elettori” ha concluso.
Matteo Renzi lascia il Pd: il successore verrà fuori da un congresso
Matteo Renzi ha fatto intendere che non si ricandiderà alla guida del partito e che farà “il senatore semplice”. Il successore di Renzi sarà scelto nel corso di un congresso di partito.
“È ovvio che io lasci la guida del Partito democratico”, ha dichiarato, si apre ora la fase congressuale, al termine della formazione del nuovo Governo e del Parlamento. “Non un reggente – dice Renzi – ma un segretario eletto dalle primarie”.
“Terminata la fase dell’insediamento del Parlamento e della formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice, il senatore di Firenze, Scandicci, Insigna e Impruneta”.
“Chi ha vinto non ha i numeri per governare”
Secondo Renzi, “Chi ha vinto politicamente le elezioni non ha i numeri per governare, e chi è intellettualmente onesto dovrebbe riconoscere che questo problema nasce dalla vicenda referendaria. Paradossalmente si è molto discusso di personalizzazione ma non di come oggi» quelli che contestavano la riforma costituzionale “Sono vittime per prime esse stesse dei loro marchingegni e della loro scelta di contestare”.
“Mi sento garante di un impegno morale politico e culturale: abbiamo detto in campagna elettorale no a un governo con gli estremisti e noi non abbiamo cambiato idea, non stavamo scherzando”. “Ci separano da Salvini e di Maio, il loro antieuropeismo, l’ antipolitica e l’utilizzo dell’odio verbale”.