RIMINI (ITALPRESS) – “Un virus temibile e sconosciuto ha propagato rapidamente i suoi effetti sull’uomo, sulle società, sulle economie, diffondendo morte e provocando una crisi ancor più pesante delle altre di questo primo scorcio di millennio. Ci siamo scoperti più fragili di quanto credevamo. Abbiamo compreso con maggiore chiarezza di aver bisogno del sostegno degli altri”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento in videoconferenza al Meeting di Rimini.
“Occorre il coraggio della responsabilità. La pandemia ci ha dimostrato quanto ci sia bisogno di responsabilità. Nell’opera dei medici e del personale sanitario. Nel lavoro di chi svolge mansioni sociali. Nell’impegno di chi opera nel tessuto economico. Nell’azione dei governi e degli organismi internazionali. Ma anche nei comportamenti di ciascuno di noi – ha proseguito Mattarella -. La responsabilità comincia da noi. Vaccinarsi – tra i tanti esempi – è un dovere non in obbedienza a un principio astratto, ma perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli. Un atto di amore nei loro confronti, come ha detto pochi giorni fa Papa”.
Per il capo dello Stato “nel mondo globalizzato il ruolo dei corpi sociali e delle formazioni intermedie diviene più impegnativo, forse più difficile, perché la persona rischia di trovarsi sola davanti a centri di influenza sempre più pervasivi e lontani, che incidono sul suo effettivo esercizio di libertà senza che possa esserne arbitra. Ma il loro significato, il loro valore non sono affievoliti e vanno preservati e, se possibile, accresciuti. Libertà e democrazia dipendono in buona misura dalla vivacità, dalla ricchezza di articolazione dei gruppi sociali, dalla autonomia loro riconosciuta – ha sottolineato -. L’economia, la società, la cultura non possono farne a meno. Tutto questo è alla prova dei temi posti dalla globalizzazione. Un processo che deve essere, contemporaneamente, di generale diffusione dei diritti, di effettivo raggiungimento del rispetto della dignità della persona in ogni angolo del mondo”.
“Sentiamo che cresce la voglia di ripartire: il motore è la fiducia che sapremo migliorarci, che riusciremo a condurre in avanti il nostro Paese – ha proseguito il presidente -. L’Unione europea si fa motore di un nuovo sviluppo dei nostri Paesi, uno sviluppo più equilibrato e sostenibile. È un’occasione storica che dobbiamo saper cogliere e trasformare in un nuovo, migliore e stabile equilibrio. C’è un io, un tu e un noi anche per l’Europa e per le sue responsabilità, contro ogni grettezza, contro mortificanti ottusità miste a ipocrisia – che si manifestano anche in questi giorni – che sono frutto di arroccamenti antistorici e, in realtà, autolesionisti. Il coraggio dell’io, oggi, chiede una svolta capace di contribuire a far sì che i cittadini, le persone, siano protagonisti anche nel nuovo contesto di interlocutori globali che trascendono gli Stati e tendono a rendere, di conseguenza, debole ogni influenza e controllo democratico. Anche da qui nasce l’esigenza di potenziare e rendere non illusorie la sovranità comunitaria che sola può integrare e rendere non illusorie le sovranità nazionali”.
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