Dopo oltre 40 giorni di sequestro, non si sono ancora registrate novità di rilievo nel caso dei pescatori trattenuti nel porto di Bengasi, in Libia.
Nonostante i diversi appelli arrivati da esponenti politici e della società, la situazione non si è risolta e i 18 membri dell’equipaggio dei pescherecci Antartide e Medinea si trovano ancora in prigionia.
E le famiglie dei pescatori si sono riunite in piazza Montecitorio, dove hanno iniziato un presidio stabile per far sentire la propria voce. La pioggia e il freddo di questi giorni non li demoralizzano: vogliono solo avere risposte sul motivo per cui i pescherecci sono stati sequestrati, e soprattutto pretendono rassicurazioni sul reale stato di salute dei propri figli, padri e mariti.
Il Papa ha voluto dimostrare la sua vicinanza con una preghiera dedicata alle famiglie e ai pescatori sequestrati, nel corso dell’Angelus di domenica: “Desidero rivolgere una parola di incoraggiamento e di sostegno ai pescatori fermati da più di un mese in Libia e ai loro familiari. Affidandosi a Maria Stella del mare mantengano viva la speranza di poter riabbracciare presto i loro cari”. “Preghiamo in silenzio per i pescatori e per la Libia”, ha aggiunto.
Il direttivo nazionale SGB Sindacato Generale di Base ha pubblicato una nota in cui esprime la propria solidarietà ai familiari dei pescatori e a tutta la comunità di Mazara del Vallo, “che vive questi giorni con il fiato sospeso legato alla drammatica vicenda. Il mestiere del pescatore è già piuttosto difficile e faticoso, ma la sicurezza dei lavoratori deve essere garantita dallo Stato, soprattutto quando intervengono controversie territoriali su scala internazionale. L’Italia deve compiere ogni sforzo per convincere Haftar a liberare i nostri pescatori tenuti in ostaggio”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Apostolos Tzitzikostas, Presidente del Comitato europeo delle Regioni. Tzitzikostas, interpellato dal Vicepresidente della Regione siciliana Gaetano Armao, ha risposto garantendo l’appoggio richiesto al Comitato europeo e dando la propria disponibilità a supportare il Governo regionale nell’apertura di un canale di comunicazione fattivo presso le autorità di Bengasi. Secondo Tzitzikostas, il supporto potrebbe essere inquadrato nell’ambito della cosiddetta Iniziativa di Nicosia per le collettività locali libiche che “ha saputo creare negli anni una rete capace di attivarsi per l’implementazione di progetti volti allo sviluppo territoriale; ha altresì creato una rete di fiducia tra sindaci e leader regionali europei e libici in grado di cooperare con pragmatismo anche di fronte a situazioni politiche complesse”.
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