Il deficit depurativo non è sicuramente una novità in Sicilia e la
fotografia scattata da Goletta Verde ne mostra in pieno le criticità:
lungo le coste siciliane i tecnici di Legambiente hanno monitorato
venticinque punti e ben diciassette di questi presentavano cariche
batteriche elevate.
Nel mirino ci sono sempre canali, foci di fiumi e torrenti che
continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati.
Una situazione non più tollerabile che rischia di compromettere una
delle maggiori risorse di questa regione. È questo il bilancio del
monitoraggio svolto lungo le coste siciliane dall’equipe tecnica di
Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente (realizzata anche
grazie al sostegno del CONOU – Consorzio nazionale per la gestione,
raccolta e trattamento degli oli minerali usati e dei partner tecnici
Aquafil, Novamont, Nau)
Il monitoraggio di Goletta Verde (eseguito dalla squadra di tecnici di
Legambiente tra il 4 e l’8 luglio 2017) prende in considerazione il
campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in
base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati
dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi
cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.
Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli
scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge:
queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione
batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che
attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare.
I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali,
Escherichia coli) e abbiamo considerato come “inquinati” i risultati
che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di
balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del
30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del
doppio tali valori.
Nove i punti monitorati in provincia di Palermo e nessuno di questi ha
superato l’esame. Per sette il giudizio è di fortemente inquinato: alla
foce del fiume Eleuterio tra Bagheria e Ficazzi; alla spiaggia presso
lo sbocco del canale in Corso Italia a Bagheria; alla foce dello
scarico in via Messina Marina a Palermo; alla foce del torrente
Canzalamone; alla foce del fiume Pinto a Trappeto; alla foce del
torrente Nocella tra Terrasini e Trappeto, alla foce dello scarico
presso corso Mattarella e alla foce del fiume Chiachea (presso lo
sbocco del depuratore) a Carini. Giudicati inquinati, invece, i
campionamenti alla spiaggia di fronte l’ex oleificio a Termini Imerese
e quello alla spiaggia la Praiola a Terrasini.
Tre i punti monitorati in provincia di Catania, due dei quali
giudicati fortemente inquinati: allo sbocco dello scarico fognario
all’inizio del Lungomare Galatea a Aci Trezza e alla foce del fiume
Alcantara a Catalabiano. Nella norma il campionamento effettuato alla
spiaggia libera a destra dell’Acquapark.
Tre prelievi anche in provincia di Messina dove si registra una
situazione critica alla foce del torrente Patrì. Giudicati fortemente
inquinati anche due punti in provincia di Agrigento (alla foce del
torrente Canzalamone a Sciacca e presso la spiaggia di fronte lo
scarico depuratore a Licata); uno in provincia di Caltanissetta (alla
foce del fiume Gattano a Gela); la foce Canale Grimaldi a Porto Grande
a Siracusa; e uno in provincia di Trapani (alla foce del fiume Delia a
Mazara del Vallo).
Sempre in provincia di Trapani, c’è da segnalare il campionamento
eseguito spiaggia presso scarico depuratore di Castelvetrano che dopo
anni di giudizi negativi e di denunce di Goletta Verde per la prima
risulta entro i limiti. Evidentemente le perdite della rete fognaria
presenti in quel punto sono state riparate. Il punto in questione è
comunque non balneabile per le autorità competenti per il potenziale
rischio sanitario. Una situazione sulla quale bisogna continuare a
vigilare ma che testimonia che l’efficientamento dei sistemi di
depurazione e la loro manutenzione sono interventi fondamentali per
prevenire l’inquinamento del mare.
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