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Marattin “Dopo il Covid avremo la sfida più grande”

ROMA (ITALPRESS) – Dall’emergenza coronavirus “usciremo con un debito pubblico molto alto e se torniamo allo stesso tasso di crescita di prima andiamo a sbattere. Dopo il Covid avremo la sfida più grande”. Lo ha detto Luigi Marattin, deputato di Italia Viva, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia di stampa Italpress.
“Abbiamo affrontato e stiamo affrontando lo shock più esogeno e incerto possibile”, ha affermato Marattin spiegando poi che è necessario togliere “le magliette di partito”. “Lo dicono tutti – ha aggiunto – ma stavolta è vero perché rischiamo grosso durante e dopo il Covid”.

Sulle risorse di Next generation Eu “c’è una mediazione complicata in capo alla presidente Merkel”, ha precisato. In merito ai progetti, però, secondo il deputato, “Italia viva non è stata coinvolta in nulla. C’è una segretezza quasi maniacale – ha continuato -, in parte giustificata. Dopodiché spero che la maggioranza sia coinvolta. Sono trent’anni che non cresciamo e ci sono sei, sette, otto motivi. Questi soldi devono essere utilizzati a risolvere quei motivi”. “È stato accentrato tutto – ha sottolineato – nel comitato interministeriale per gli affari europei dove ci sono dirigenti ministeriali e alcuni ministri che stanno facendo un lavoro ritenuto segreto per il momento, con una certa legittimità. Spero che per gennaio ci sia modo di avere un confronto politico fra le forze di maggioranza e non solo”.

La proposta del suo partito, quindi, è “un grande piano sui servizi all’infanzia, ricoprire l’Italia di asili nido e digitalizzazione infrastrutturale”, ma nel frattempo, secondo Marattin, occorre “economicamente rimandare tutte le scadenze fiscali per le imprese che hanno perso un terzo del fatturato, politicamente dare l’impressione agli italiani che non stiamo per sprofondare nel baratro, che ne usciremo presto ma dobbiamo compiere delle scelte”.

Questa maggioranza durerà fino alla scadenza naturale? “C’è molto caos politico. Credo che le condizioni ci siano – ha spiegato – ma a un certo punto bisogna sedersi a un tavolo e verificare se sono rimaste o no perché la sfida che abbiamo di fronte è la più grande da quando è nata la Repubblica e questa non è la classe dirigente migliore”.

Redazione

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