Mantovani (Manageritalia) “Smart working opportunità di sviluppo Sud”

MILANO (ITALPRESS) – Lo smart working come opportunità di sviluppo per il Sud. È questa l’idea di Mario Mantovani, nominato da pochi giorni presidente di Manageritalia, l’associazione che raggruppa oltre 37 mila fra dirigenti, quadri e professionisti di alto livello del terziario.

“Questa nuova modalità di lavoro – spiega all’Italpress – favorirà la redistribuzione delle risorse sul territorio e contribuirà nel lungo periodo a raggiungere una migliore conciliazione fra qualità della vita e lavoro. Certo non sarà un cambiamento immediato e nemmeno rapido ma ormai la strada è segnata”. “Parlando di smart working fatto al Sud, anche detto south working, che quindi sottende l’idea che tanti si trasferiscano lì – aggiunge -tanto per cominciare servono sul territorio degli strumenti a partire da un efficiente sistema di connessione che ovviamente si può ottenere solo attraverso massicci investimenti sulla rete da parte delle compagnie telefoniche. Poi, nella località che si sceglie come posto per lavorare e vivere deve esserci una sanità che funziona altrimenti non ci va nessuno. Infine una moderna struttura di trasporti”.

Secondo Mantovani, una volta cessata l’emergenza sanitaria, “una quota di personale compresa fra il 30 e il 70% potrà continuare a lavorare da casa o meglio in smart working, cioè in forme miste e non sempre e solo da casa. Questo perché le organizzazioni e le persone hanno comunque bisogno di momenti, anche minimi, di socializzazione fisica”. Mantovani vede la ripartenza “con molte difficoltà. Non vorrei che venisse adottato il solito schema italiano per cui si cerca di conservare il posto di lavoro ma non il lavoro e la professionalità, che anzi va aggiornata e incrementa”. “Per la ripresa – spiega – servono nuovi progetti e nuove idee. Bisogna pensare alla riconversione dei lavoratori e alla loro formazione”. Come Manageritalia “abbiano una interlocuzione frequente con i ministeri. Abbiamo esposto le nostre idee e siamo pronti a collaborare. Ci sono decine di professionisti disponibili sul mercato. Potrebbero essere facilmente ingaggiati per riorganizzare le attività e dare il loro contributo alla ripresa. Non vorrei che la ripresa avvenisse in prevalenza nel segno dell’assistenzialismo”.