“Malnutrizione e malattie”, in questo paese sotto Palermo se ti ammali è la fine: zero strutture e medici

La situazione della sanità pubblica in Italia è drammatica.
Il Servizio Sanitario Nazionale italiano è stato per anni un punto di riferimento per l’accesso universale alle cure, ma oggi affronta sfide sempre più complesse. Il sovraffollamento negli ospedali, le liste d’attesa sempre più lunghe e la carenza di personale sono problemi che colpiscono sia i pazienti che gli operatori sanitari. Il divario tra le regioni è sempre più evidente.
Uno dei principali problemi della sanità pubblica italiana è il tempo di attesa per visite ed esami, che spinge sempre più cittadini a rivolgersi al settore privato, aggravando le disuguaglianze. Chi può permetterselo paga per prestazioni rapide, mentre chi non ha risorse economiche adeguate è costretto ad aspettare mesi o addirittura anni per cure essenziali. Questa situazione mina il principio di equità su cui si basa il sistema sanitario nazionale.
Ospedali e ambulatori soffrono la mancanza di medici e infermieri, un problema aggravato dai pensionamenti e dalla fuga di giovani professionisti all’estero o verso il settore privato. Questo porta a un sovraccarico di lavoro per chi resta, con conseguenze sulla qualità dell’assistenza e sul benessere degli operatori sanitari.
Per migliorare la sanità pubblica italiana, servono investimenti mirati in personale, strutture e digitalizzazione, oltre a una riforma organizzativa che garantisca un accesso più equo ai servizi. Senza interventi concreti, il rischio è che il sistema diventi sempre più insostenibile, penalizzando i cittadini più vulnerabili e aumentando le disuguaglianze nell’accesso alle cure.
Paesi con i peggiori sistemi sanitari al mondo
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha valutato le prestazioni sanitarie globali, evidenziando come molte nazioni africane presentino sistemi sanitari tra i meno efficienti al mondo. La Sierra Leone, ad esempio, ha ottenuto un indice di prestazione pari a 0,00, con una disponibilità di circa 0,002 medici e 0,4 posti letto per 1.000 abitanti, e una speranza di vita alla nascita di circa 54 anni.
La Repubblica Centrafricana, con un indice di 0,156, e il Myanmar, unico paese non africano in questa graduatoria con un indice di 0,138, mostrano anch’essi gravi carenze nel settore sanitario.

Sfide sanitarie in Africa
In Africa, solo il 48% della popolazione, pari a circa 615 milioni di persone, riceve i servizi sanitari necessari. La qualità dei servizi è spesso insufficiente, con una copertura limitata dei servizi essenziali per donne e ragazze; tra il 2015 e il 2019, solo il 49% delle donne africane ha avuto accesso a metodi moderni di pianificazione familiare.
Le principali sfide includono l’eredità del colonialismo, una governance inefficace e difficoltà economiche. Tuttavia, il continente possiede enormi potenzialità che, se sfruttate adeguatamente, potrebbero accelerare il progresso verso una copertura sanitaria universale.