PECHINO (CINA) (ITALPRESS) – Arriva il momento di fare bilanci e quello azzurro non può che essere positivo: 17 medaglie a Pechino, dietro solo le 20 di Lillehammer ’94. E considerando anche Tokyo, l’Italia è andata a medaglia in 28 discipline: meglio hanno fatto solo Usa e Russia. “È innegabile che siamo un Paese mostruosamente multidisciplinare, siamo eclettici. È un elemento di grande forza, di profondo orgoglio – le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, nella conferenza stampa di fine Olimpiade a Casa Italia a Pechino – Nessuno è multidisciplinare come noi. Sotto il profilo qualitativo questo può apparire come un tallone d’Achille ma sotto quello della cultura sportiva è un valore aggiunto. Darei un 7,5 come voto alla spedizione, viene riconosciuto anche e soprattutto dai miei colleghi che l’Italia ha molto prestigio nel mondo dello sport”.
Di queste 17 medaglie, solo due sono d’oro. “Ho sempre detto che avremmo vinto fra le 13 e le 17 medaglie ma nessuno può pensare che, quando ne vinci 17, solo due sono d’oro. Una lettura numerica potrebbe sintetizzare che gli italiani sono molto più bravi a vincere le medaglie che gli ori. Questione di centesimi, infortuni, giudizi, ma è qualcosa su cui riflettere. Ma dal punto di vista quantitativo resta una spedizione record”.
Inoltre l’età media dei medagliati azzurri a Pechino è stata di poco superiore a quella di Pyeongchang, attorno ai 26 anni: “E’ un ottimo segnale per Milano-Cortina”, aggiunge Malagò che proprio guardando al 2026 rivela: “Abbiamo richiesto doverosamente un contributo per pianificare quattro anni al meglio. A parole sono mesi che ogni settimana è quella buona per sbloccare la situazione anche se siamo già in ritardo perché lo aspettavamo già fra settembre e dicembre. Qui si tratta di prendere ragazzi e ragazze dai 15 ai 18 anni che devono essere per 4 anni in un ragionamento di ritiro permanente e servono finanziamenti. Chi ospita le Olimpiadi fa molto meglio, ti giochi il jolly perché stai dentro da tutte le parti”. E dal punto di vista organizzativo, di sicuro Milano-Cortina sarà migliore di Pechino “nell’anima, nell’atmosfera. Sicuramente qui era particolarmente condizionata dalla questione della pandemia. So come sono stati i Giochi in Corea, dove non c’era la pandemia: quando la Goggia ha vinto la discesa, c’erano 137 persone presenti. Su questo faremo la differenza”.
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