Mafiosi e funerali, pubbliche esequie negate a Spadaro e Triassi

Mafiosi e funerali. Questa settimana ci sono stati i funerali di Tommaso Spadaro e Vito Triassi. Entrambi non vivevano più a Palermo, entrambi verranno seppelliti qui.

Spadaro, aveva 82 anni e stava scontando l’ergastolo per aver ordinato la morte del maresciallo dei Carabinieri Vito Ievolella, in seguito al dossier “Savoca+44” che lo collegava al contrabbando di sigarette. Lo troviamo anche dentro la famosa Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 con cui venne istruito il Maxiprocesso di Palermo.

È morto a Perugia, dove era ai domiciliari perché ormai vecchio e malato. Vito Triassi, invece, è morto di infarto. Mentre camminava a Tenerife in Spagna, si è accasciato a terra senza più rialzarsi. Lui insieme al fratello Vincenzo sono stati collegati da sempre alla famiglia mafiosa dei Cuntrera -Caruana che partendo da Agrigento ha portato i loro affari in giro per il mondo, soprannominati per questo i Rothschild di Cosa Nostra per le grandi ricchezze accumulate. Soprattutto ad Ostia, come evidenziò, nel 98, l’inchiesta Zama.

Mafiosi e funerali, vietate le pubbliche esequie

Per Vito Triassi la questura di Agrigento ha proibito i funerali in Chiesa. Ieri la salma è stata semplicemente benedetta al cimitero. Anche il questore Renato Cortese ha proibito le pubbliche esequie per Masino Spadaro che ha avuto comunque un funerale nella chiesa del cimitero palermitano di Sant’Orsola, per l’occasione blindato.