Mafia: sequestrati 15 milioni di euro a cinque imprenditori
Un ingente patrimonio costituito da societa’, imprese, beni aziendali, appartamenti, un lussuoso agriturismo e disponibilita’ finanziarie, per un valore complessivo di oltre 15 milioni…
di redazione
Palermo, 30 gen. – Un ingente patrimonio costituito da società, imprese, beni aziendali, appartamenti, un lussuoso agriturismo e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro, è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di un provvedimento emesso dal locale Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione – ai sensi della normativa antimafia.
Interessati dal provvedimento di sequestro cinque imprenditori della Provincia di Palermo, arrestati nell’aprile 2009 perché ritenuti responsabili, a diverso titolo, dei reati di associazione mafiosa e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravata a sua volta dal metodo mafioso.
Secondo le risultanze investigative, tre dei cinque imprenditori, originari di Polizzi Generosa, di 39, 48 e 56 anni, sono risultati esponenti di spicco (uno di loro è stato il reggente) della locale famiglia mafiosa e per conto della stessa avrebbero controllato con metodi mafiosi l’attribuzione di importanti appalti pubblici e privati, tra i quali la realizzazione di un tratto dell’acquedotto di Polizzi Generosa, la manutenzione di una strada provinciale e la ristrutturazione di un lussuoso agriturismo a Polizzi Generosa.
{jumi [code/google200x200.html] }
Coinvolti anche due imprenditori di 40 e 49 anni, originari rispettivamente di Polizzi Generosa e Palermo, titolari di aziende attive nel settore del turismo e dell’edilizia con sedi a Palermo e Firenze. Secondo le risultanze investigative, i due imprenditori, oltre ad aver perpetrato, attraverso documentazione falsa, una truffa aggravata in danno della Regione Sicilia, percependo per la ristrutturazione del predetto complesso agrituristico, finanziamenti pubblici non spettanti per oltre un milione di euro, si sarebbero avvalsi dell’intermediazione di esponenti mafiosi della famiglia di Polizzi Generosa, per aggiudicarsi indebitamente appalti pubblici e privati e regolare, secondo logiche mafiose, controversie di carattere economico.
In una logica di reciproco vantaggio, agli appalti irregolari avrebbe partecipato anche una società di trasporto riferibile a uomini d’onore di Polizzi Generosa. Alla luce dell’accertata contiguità mafiosa degli imprenditori in indagine, le accurate investigazioni economico-patrimoniali svolte dalle Fiamme Gialle hanno evidenziato significative discordanze tra i beni a vario titolo detenuti e i redditi dagli stessi dichiarati al Fisco.