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di redazione
C’è un nuovo indagato per l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso dalla mafia per ordine del boss Giovanni Brusca, il 12 gennaio del 1996 in contrada Giambascio, a San Giuseppe Jato. Salvatore Longo, già condannato all’ergastolo per il sequestro del figlio del pentito Santino Di Matteo, concluso con l’omicidio dell’ostaggio, si sarebbe sfogato davanti ai carabinieri che lo stavano arrestando, parlando di un mister bean che fa le cose e non se ne accorge nessuno. Uno sfogo divenuto un punto di forza delle contestazioni contro suo cugino Angelo Longo, 48 anni, adesso considerato l’ultimo presunto carceriere di Giuseppe Di Matteo ad essere stato individuato dagli investigatori dell’arma. Oltre ad una condanna per associazione mafiosa come capo e promotore della famiglia di Cammarata, Angelo Longo rischia l’ergastolo perché avrebbe fatto parte del commando che in provincia di Agrigento tenne prigioniero il ragazzino che all’epoca dei fatti aveva appena 13 anni. Salvatore Longo era stato incastrato dalle dichiarazioni dei pentiti Giuffè, Vara, Di Gati e Putrone ed il suo avvocato difensore al processo aveva ripetutamente parlato di un mister bean al cui posto il suo cliente stava pagando il conto. Gli elementi contro Angelo Longo sono venuti fuori comunque è l’anno scorso è stato arrestato per mafia. La Procura adesso gli contesta anche il sequestro Di Matteo. La Cassazione e il riesame che ha recuperato quella registrazione di 4 anni fa, sostengono la prova indiziaria, mentre i legali di Angelo Longo la ritengono inutilizzabile.
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