Mafia, minacce in maschera: “Qui comandiamo noi”. Arrestato a Messina
Mafia minacce in maschera: “Qui comandiamo noi”. Arrestato. I finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di S.G. (cinquantacinquenne messinese pluripregiudicato) emessa dal Gip presso il Tribunale di Messina, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. I reati contestati sono tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e danneggiamento.
“Dateci 50.000 euro se volete lavorare, qui comandiamo noi”, questo il messaggio recapitato, con una lettera anonima lasciata davanti la saracinesca, ad un commerciante di uno storico negozio del centro di Messina.
Da questo ritrovamento e dalla successiva denuncia effettuata dal titolare del negozio sono scattate le indagini delle guardia di finanza che, in pochi mesi, si sono concluse con l’individuazione e l’arresto del responsabile.
Mafia minacce, “crescendo di intimidazioni”
Durante le indagini, attraverso delle riprese video sono state documentate ulteriori fasi dell’azione estorsiva che, in un crescendo di atti intimidatori, hanno portato l’arrestato, secondo la ricostruzione degli inquirenti, “dapprima a porre in essere un ulteriore danneggiamento alla saracinesca del negozio e, successivamente, attraverso diversi sopralluoghi notturni a pianificarne uno di ben più grave intensità che l’indagato si stava accingendo a compiere”.
Nel corso delle operazioni di perquisizione eseguite presso l’abitazione dell’indagato al momento dell’arresto è stata rinvenuta una maschera che lo stesso aveva realizzato per non essere riconosciuto durante gli atti criminosi pianificati, nonché una bottiglia e delle garze che, ipotizzano gli inquirenti, “sarebbero state utilizzate per appiccare l’incendio all’attività commerciale della vittima. L’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere ha permesso di porre fine al piano criminoso che l’estorsore stava pianificando”.
L’arresto dell’estorsore è un segnale tangibile della pronta azione dello Stato a tutela di coloro che, rompendo il silenzio, decidono di denunciare i propri aguzzini alle autorità competenti deputate a garantire la difesa dei più “deboli” e dei cittadini onesti vessati dalla forza intimidatrice di organizzazioni e delinquenti presenti sul territorio nei confronti dei quali l’attenzione di tutte le Forze di Polizia è e sarà sempre più determinata e costante.