“Partire dai giovani è un principio che vale sempre, a maggior ragione quando si parla di legalità. Vi state formando, sarete futuri imprenditori o amministratori. Ma il futuro non può essere vostro se ignorate le dinamiche messe in atto dalla criminalità organizzata, se prestate il fianco a chi pretende di controllare il territorio, se alimentate un sistema pericoloso che non lavora per lo sviluppo”.
Così la deputata M5s José Marano che, in qualità di componente della Commissione Antimafia all’Ars ha partecipato oggi all’incontro con gli studenti del Liceo classico Giovanni Verga di Adrano. Una lezione di legalità che si inserisce nell’ambito del Concorso Borsa di Studio sul merito di Libera Impresa, giunto ormai alla seconda edizione e che vede il coinvolgimento di diversi istituti scolastici etnei.
Nel corso del suo intervento, Marano ha fatto cenno ai dati contenuti nell’ultima Relazione del Viminale: “La Sicilia è la regione italiana che nel 2022 ha offerto maggiore supporto economico alle vittime di estorsioni e racket ma non basta. La Commissione regionale Antimafia si è insediata un anno fa. Proprio domani presenteremo all’aula del Parlamento siciliano la nostra Relazione, frutto di un attento studio che ci ha visti impegnati sul territorio: abbiamo incontrato procuratori, questori, magistrati e sindaci per fare il punto sull’evoluzione della mafia. Siamo impegnati su tanti fronti ma tutti i temi che affrontiamo si legano tra loro grazie ad un filo comune, ovvero la consapevolezza che serve il contributo di tutti”.
Alla conferenza-dibattito hanno partecipato anche il Sostituto Procuratore della Repubblica, Rosaria Molé; il Vice Prefetto di Catania, Rosaria Giuffré; il Capitano della Guardia di Finanza, Niccolò Prosperi; il Capitano dei Carabinieri, Gianmauro Cipolletta; il Vice questore e Commissario di Polizia di Adrano, Paolo Leone ed infine il Capo della Direzione Investigativa Antimafia, Giuseppe Emiddio.
Come collaborano le istituzioni nella lotta al malaffare? Quale contributo arriva dalla tecnologia nell’azione di contrasto dell’illegalità? E ancora, quale la sfida più difficile che le Forze dell’Ordine sono chiamate ad affrontare in un contesto, come quello attuale, nel quale il principale ostacolo che lo Stato incontra è proprio quello culturale? Sono queste alcune delle domande che gli oltre 300 studenti presenti all’incontro-confronto di oggi hanno rivolto ai relatori chiamati a raccontare ai giovani non soltanto il fenomeno mafioso ma anche tutti quei meccanismi di funzionamento, di coordinamento e sinergia tra le istituzioni impegnate nella tutela del territorio e della legalità.
A guidare gli studenti in un percorso di approfondimento e di conoscenza di quei reati, come estorsione e racket, attraverso i quali l’anti-Stato prospera e si evolve, è stato il Presidente dell’associazione antiracket Libera Impresa, Rosario Cunsolo. Un appello alla parte sana della società, infine, è arrivato anche da Marilena, testimone di giustizia, che in una lunga lettera ha raccontato la sua storia di resistenza alla sopraffazione e di riscatto.
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