Mafia. Improbabile lo sconto di pena per il boss di Borgetto Ciccio Rappa

Baffiteddu, così è soprannominato Francesco Rappa, oggi settantenne, boss di Borgetto, è finito in galera più volte dal 1990, l’ultimo arresto in ordine di tempo otto anni fa, nel 2004, coinvolto in u…

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di redazione

Baffiteddu, così è soprannominato Francesco Rappa, oggi settantenne, boss di Borgetto, è finito in galera più volte dal 1990, l’ultimo arresto in ordine di tempo otto anni fa, nel 2004, coinvolto in un’operazione contro la famiglia Vitale di Partinico. In quella sequenza di arresti, furono catturate anche Maria Gallina, moglie dell’ergastolano Leonardo Vitale e la figlia Maria, accusate di aver gestito la cosca in assenza del loro congiunto. Dal 2004 Ciccio Rappa, detenuto in Campania, ha tenuto un comportamento irreprensibile, non ha mai preso un provvedimento disciplinare e partecipa alle attività educative, il regolamento carcerario prevede in questi casi uno sconto di 45 giorni ogni sei mesi, quindi tre mesi l’anno. Lui ne ha già scontati otto, quindi ha chiesto uno sconto di due anni il che significherebbe, per Ciccio Rappa, un ritorno a Borgetto nel giro di pochi mesi. Il Tribunale del riesame di Avellino, non ha però riconosciuto i presupposti della scarcerazione anticipata rispetto ai tempi previsti per il fine pena, ma gli avvocati del mafioso, Rosanna Vella e Alessandro Campo, adesso sono tornati a fare la richiesta ed è la Dda che dovrà pronunciarsi. Ad aggravare la posizione di Francesco Rappa, malgrado la sua buona condotta, le risultanze dell’inchiesta Carthago, che nel 2009 portò in carcere altri mafiosi del territorio tra cui il genero di Rappa, Francesco Nania. Dalle intercettazioni, oggetto di quell’inchiesta, è stato accertato che i boss continuavano ad incontrarsi nei carceri, in occasione delle udienze e facevano pervenire indicazione ai loro affiliati in libertà. Sembra che uno dei protagonisti di questi improvvisato summit fosse proprio Baffiteddu, che è stato indicato anche da un paio di pentiti, per questo Tribunale e Procura non vogliono riconoscergli i benefici della buona condotta.