Mafia: il questore Germanà rievoca le drammatiche fasi dell’agguato a Mazara

“Ero un ostacolo da abbattere, potevo costituire un pericolo per Cosa nostra. Chi mi sparò erano gli artefici delle stragi del ’92, rientravo nella strategia stragista”. E’ quanto ha dichiarato, davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia, il questore Rino Germanà, oggetto, nel settembre del 1992, quando era capo della Squadra Mobile di Trapani. di un attentato miracolosamente fallito.
“Il fatto che sia scampato all’attentato – ha detto oggi il poliziotto audito dalla Commissione Antimafia – non dipende da mie capacità: altri colleghi e amici sono purtroppo morti in attentati. Ma è dipeso dal destino, il quale ha anche deciso, dopo l’attentato, di darmi la gioia di un terzo figlio, Francesco”.
Dal 1° maggio Germanà è in pensione. Ma il 14 settembre di 23 anni fa, all’ora di pranzo, a Mazara del Vallo (Tr) fu la sua vita è cominciata di nuovo lungo la strada che costeggia la spiaggia di Tonnarella. “Abbiamo poi ricostruito che avevo già percorso quella strada qualche ora prima con mia figlia in motorino – racconta all’ANSA al termine dell’audizione – ma fortunatamente ero passato senza che i killer mi notassero. All’ora di pranzo ho preso la Fiat Panda e andavo a bassa velocità perchè i freni erano malfunzionanti. Ad un certo punto sono stato affiancato da un’auto e dal finestrino mi hanno sparato, prendendomi di striscio. Ma se mi avessero colpito in pieno, mi sarebbe saltata la testa. Io sono sceso dall’auto e mi sono diretto verso il mare non dando mai loro le spalle e non rimanendo mai fermo nè zitto. Mi hanno sparato 4 o 5 colpi, una prima e una seconda volta, anche in mezzo ai bagnanti. Poi hanno lasciato perdere”.
Di questo fallito attentato Totò Riina, a fine 2013, si lamentò in carcere nel corso di una conversazione con un altro carcerato durante l’ora d’aria, nella stessa in cui fa minacce di morte al pm Nino di Matteo. “A distanza di 23 anni ancora si ricorda di me”, ragiona oggi Germanà, che dopo quel fallito attentato fu trasferito dalla Sicilia. “Evidentemente per motivi di sicurezza non mi è stato proposto di ritornare in Sicilia nè di fare il questore in Sicilia”, si limita a rispondere al vicepresidente Claudio Fava che in audizione gli ha chiesto, con altri parlamentari, se si è mai domandato del perchè di questo allontanamento. E a chi gli fa notare che anche il dirigente della questura di Trapani, Giuseppe Linares, è stato spostato tempo fa alla Dia di Napoli, risponde: “la domanda va fatta a chi lo ha spostato: ci sono logiche a cui non so rispondere. Sarà stato fatto per motivi funzionali”.