Mafia. Il fondatore dell’autodromo di Torretta testimonia contro Antonino Pipitone

Nel 2006 si vide danneggiare alcuni mezzi del cantiere di piano dell’Occhio a Torretta dove l’anno successivo fu inaugurato l’autodromo. Fu chiamato a partecipare ad una riunione in un bar di Carini e…

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di redazione

Nel 2006 si vide danneggiare alcuni mezzi del cantiere di piano dell’Occhio a Torretta dove l’anno successivo fu inaugurato l’autodromo. Fu chiamato a partecipare ad una riunione in un bar di Carini e gli fu chiesto un contributo per i carcerati, si rifiutò ma poi subì altri danneggiamenti. Michele Rubino ha testimoniato in Tribunale contro Antonio Angelo Pipitone, 69 anni, imputato come colui che avrebbe chiesto il pizzo e poi si sarebbe offerto di mediare con i proprietari dei terreni sui quali è stata poi realizzata la pista, che avevano avanzato a Rubino delle richieste in soldoni surreali e impossibili per l’imprenditore da soddisfare. Michele Rubino non denunciò subito i fatti, anche perchè sentito dell’arresto di Pipitone pensava di essersi liberato dall’aguzzino, ma così non fu e allora decise di raccontare tutto alla Procura dopo essersi iscritto alle associazioni antiracket Addiopizzo e Libero Futuro. Rispondendo alle domande del pm Francesca Mazzocco, Rubino ha parlato tra le altre cose di una riunione con Pipitone in un bar di Carini: ‘Mi disse che aveva saputo che avevo ricevuto un contributo pubblico e che quindi avrei dovuto versare anche un contributo per i carcerati. Ho rifiutato -ha detto l’imprenditore- ma viste le difficoltà con i proprietari dei terreni di Piano dell’Occhio, ho accettato invece la sua mediazione per risolvere questo problema, pensando di poter contrastare le loro richieste’. Dopo altre riunioni con Pipitone, Rubino avrebbe deciso di andare avanti senza intermediari e si è rivolto al Tribunale