«Con tutto il rispetto per il garantismo, in questa campagna elettorale i candidati non sono tutti uguali. A noi la mafia fa talmente schifo che non abbiamo alcun dubbio o difficoltà nel dire, a chiare lettere, che non cerchiamo e non vogliamo i voti dei mafiosi. Gli altri, invece, mostruosamente continuano a farlo ancora, mostrandosi disponibili, pur di arrivare a conquistare uno scranno, a riportare la città di Palermo sotto il controllo di cosa nostra. Pronti a farsi strumento di un controllo mafioso in grado di condizionare e mortificare qualsiasi aspettativa, qualsiasi diritto».
Lo dice Carmelo Miceli, deputato del Pd e candidato al consiglio comunale di Palermo dopo gli arresti di oggi per scambio elettorale politico-mafioso.
«È per questo – aggiunge Miceli – che chiedo ai cittadini di meditare sul voto e di farlo con attenzione. Il 12 di giugno, con una matita e una scheda elettorale tra le mani, avete il potere di decidere se Palermo è quella che “non vede, non sente e non parla” o quella che si ribella e sceglie di essere libera».
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