E’ arrivato ieri a tarda sera, dipo sette giorni di camera di consiglio il verdetto per gli imputati della così detta mafia dei Nebrodi. La condanna complessiva è di 6 secoli di carcere: il processo è stato celebrato nel tribunale di Patti (Me).
Novantuno i condannati e 10 gli imputati assolti. Sequestrati beni per circa 4 milioni di euro.
Il processo nasce dall’operazione denominata “Nebrodi” che, oltre a ricostruire l’organigramma dei clan messinesi, ha scoperto una truffa milionaria, commessa dalle cosche, ai danni dell’Ue. Gli imputati erano accusati a vario titolo di associazione mafiosa, truffa all’Ue, falso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori.
La mafia dei Nebrodi utilizzava vecchi metodi come la minaccia e la violenza, ma i taglieggiamenti spesso erano finalizzati all’accaparramento di terreni, la cui disponibilità è presupposto per accedere ai contributi comunitari.
Il processo vedeva sul banco 101 imputati, celebrato in tempi record e che ha visto impegnati 4 pm della Dda di Messina: l’aggiunto Vito Di Giorgio, i magistrati Fabrizio Monaco, Antonio Carchietti e Alessandro Lo Gerfo. Sotto processo anche i capi dei clan dei Batanesi e dei Bontempo Scavo.
In aula anche Giuseppe Antoci presidente della Fondazione Caponnetto ed ex presidente del Parco dei Nebrodi che ha denunciato il rischio che le mani dei clan arrivassero ai fondi europei.
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