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di redazione
PALERMO, 26 MAG – Il caffe’ della mafia imposto ai bar che avrebbero acquistato partite di qualita’ inferiore rispetto al prodotto medio temendo ritorsioni. E’ uno degli aspetti che emerge da una indagine della guardia di finanza a Palermo, denominata ”coffee break”, che ha sequestrato cinque societa’, per un valore di oltre 4 milioni di euro, riconducibili a un pluripregiudicato, ritenuto, in passato, uomo di fiducia di Totò Riina e condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa.
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