Mafia. Carini, Chieste condanne per estorsione terreno cda Ciachea

Il pm Gaetano Paci ha chiesto quasi mezzo secolo di carcere per quattro persone accusate di aver estorto un pizzo da 130 mila euro al barone Gianguido Celefati Canalotti sulla vendita del terreno di 35 ettari di contrada Ciachea, in cui oggi ha sede l’ipermercato Poseidon. Il pm ha chiesto la condan…

di redazione

Il pm Gaetano Paci ha chiesto quasi mezzo secolo di carcere per quattro persone accusate di aver estorto un pizzo da 130 mila euro al barone Gianguido Celefati Canalotti sulla vendita del terreno di 35 ettari di contrada Ciachea, in cui oggi ha sede l’ipermercato Poseidon. Il pm ha chiesto la condanna a 15 anni ciascuno per Freddy Gallina, il fratello Giovanni e Vincenzo Pipitone, mentre sono stati invocati quattro anni per il pentito Gaspare Pulizzi che ha fatto luce sulla vicenda. Secondo la ricostruzione, il barone Gianguido Celefati Canalotti, che si è costituito parte civile nel processo, fu costretto a pagare un mega pizzo da 130,000 euro sulla vendita del terreno da 35 ettari di contrada Ciachera. Morto il barone, i duri metodi per ottenere l’estorsione furono rivolti al figlio. L’indagine, condotta dai carabinieri del Ros, aveva portato a cinque arresti. Giovanni Gallina, fratello di Freddy Gallina, avrebbe avuto un ruolo chiave nelle trattative. Il padre, era il pastore che un tempo portava gli animali al pascolo nel feudo Canalotti-Calefati. La tangente, dovuta quasi a titolo di diritto collegato a motivi ‘territoriali’, alla signoria dei boss di Carini, si sarebbe dovuta agganciare a una percentuale del prezzo di vendita. Il prezzo fu fissato in 250 milioni di lire, arrotondati a 130 mila euro. Proprio Giovanni Gallina sarebbe andato a incassare il pizzo, pagato con modalità particolari. Seguendo le istruzioni ricevute, Gianguido Calefati Canalotti andò di sera in una strada di campagna. Lì, come gli era stato preannunciato, trovò un auto col finestrino abbassato, in cui materialmente gettò, senza scendere dalla propria automobile, la borsa contente le banconote. Il pagamento avvenne dopo la cattura di Salvatore Lo Piccolo e dello stesso Pulizzi. Episodio che costrinse i mafiosi ad accontentarsi, si fa per dire, di soli 130 mila euro. Il processo che è stato rinviato al 9 maggio e si svolge davanti al gup Marina Petruzzella. In un altro troncone, che si svolge con il rito ordinario, sono imputati Salvatore Lo Piccolo e Antonino Pipitone.