Palermo – Nella mattinata odierna i Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere emessa dal G.I.P. JANNELLI, su richiesta del Proc. Agg. Antonio INGROIA e dei Sostituti Procuratori Annamaria PICOZZI ed Amelia LUISE, a carico di Salvatore DI MAIO, nato a Palermo il 08/10/1972 e Girolamo DI MAIO, nato a Palermo in data 18/05/1957.
Salvatore DI MAIO attualmente detenuto per associazione mafiosa ed estorsione, è ritenuto colpevole di lesioni aggravate, in concorso con altri soggetti, ai danni di Rocco FERDICO, del Gruppo FERDICO Giuseppe & Co. Snc. E di estorsione aggravata, in concorso e su incarico di Sandro e Salvatore Giovanni LO PICCOLO, ai danni di Mario Francesco e GINESTRA, titolari dell’ “Agenzia Ippica di Mondello di Ginestra Francesco & Co. S.n.c.” di Piazza Valdesi.
Girolamo DI MAIO, inoltre, è accusato di partecipazione ad “associazione mafiosa” venendo ritenuto anch’egli pienamente inserito nelle dinamiche di “Cosa Nostra” nell’ambito del Mandamento mafioso di TOMMASO NATALE.
In particolare il DI MAIO ha evidenziato costanti cointeressenze con personaggi di spicco come Salvatore Giovanni LO PICCOLO, Calogero LO PICCOLO, Salvatore GENOVA e Andrea GIOE’, al fine di consentire all’associazione mafiosa la cessione e locazione di beni, quali fondi ed automezzi, appartenenti alla famiglia di TOMMASO NATALE e nella materiale disponibilità del fratello Vincenzo DI MAIO. Inoltre si è personalmente adoperato con Salvatore GENOVA affinchè venissero garantiti al fratello detenuto Vincenzo DI MAIO i privilegi di affiliato a Cosa Nostra attraverso il sostentamento della famiglia e la gestione dei beni a lui affidati dalla cosca ed ha comunicato direttamente con gli allora latitanti Salvatore Giovanni e Sandro LO PICCOLO adoperandosi per il pagamento della loro difesa processuale ed attingendo alla cassa mandamentale.
Di Maio si è avvalso della conoscenza e del supporto dei LO PICCOLO al fine di incrementare l’attività economica del suo studio di odontoiatria. Ed infatti, attraverso la forza intimidatrice derivatagli dalla propria appartenenza a Cosa Nostra riusciva ad eliminare la concorrenza opposta da un altro studio nella zona di Partanna.
E’ stato, inoltre, prestanome di immobili appartenuti al defunto reggente del mandamento di Resuttana Francesco DI TRAPANI. Contestualmente, per la gestione e la vendita dei medesimi beni, ha intrattenuto costanti rapporti con Mariangela DI TRAPANI e Salvatore GENOVA.
Gli esiti delle investigazioni – sviluppate attraverso attività tecnica di intercettazione video e audio e puntualmente riscontrate anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia – hanno ulteriormente corroborato l’estrema dinamicità criminale dell’organizzazione la cui aggressività, in particolare nel settore della imposizione del “pizzo”, consentiva agli allora latitanti LO PICCOLO di gestire la contabilità dell’attività estorsiva finalizzata capillarmente sul territorio dai propri sodali e l’ingerenza di “Cosa Nostra” nelle attività imprenditoriali e commerciali attraverso un aderente controllo del territorio che in molti casi, come quello monitorato per lo studio di odontoiatria di Girolamo DI MAIO, altera irrimediabilmente il regime di libera concorrenza ai danni, soprattutto, dei cittadini.
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