Operazione antibracconaggio del Corpo forestale della Regione Siciliana nei territori di Pollina, Castelbuono e Cefalù. Oltre trenta tra ispettori e agenti forestali hanno effettuato un controllo dell’area sul versante tirrenico delle Madonie.
In particolare, in contrada Zurrica nel Comune di Pollina, è stato localizzato un consistente gruppo di cacciatori in azione, già con i fucili in spalla. Gli agenti, grazie all’utilizzo di un drone con tecnologia ad infrarossi, li hanno individuati anche se nascosti dalla vegetazione. Scattati i controlli, ne è stata interrotta l’attività ed è stata appurata la presenza di 78 persone, provenienti dalle province di Enna, Caltanissetta, Agrigento e Trapani, pronte a dare inizio a una battuta di caccia al cinghiale priva di autorizzazione e dei più elementari sistemi di sicurezza. Ai cacciatori sono state contestate diverse violazioni di legge e del calendario venatorio. Complessivamente sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 40 mila euro.
«Non può esistere un’attività venatoria senza regole: lo dico da nipote di cacciatore che mi ha insegnato per primo il rispetto della natura e delle normative che disciplinano la caccia – ha detto l’assessore regionale al Territorio e all’ambiente, Elena Pagana – L’operazione antibracconaggio condotta sulle Madonie dagli agenti del Corpo forestale della Regione Siciliana, ai quali va il mio apprezzamento, conferma la necessità di non abbassare la guardia nei confronti di un fenomeno intollerabile che può rappresentare rischi concreti sul piano della sicurezza. Al tempo stesso, sono pronta da subito a incontrare le associazioni di categoria per studiare insieme – e nel pieno rispetto di ogni regola – eventuali opportunità per giungere a una attività venatoria sempre più sostenibile».
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