M5S: “Dati sull’Ars presi da fonti ufficiali dell’Assemblea”

M5S. “Dati  falsi? Li abbiamo presi da fonti ufficiali dell’Assemblea. Miccichè ci querela? Siamo noi a querelare lui. Lui lo faccia pure e poi si dimetta”.

Lo dicono i deputati regionali del M5S, in risposta alle dichiarazioni del presidente dell’Ars, riportate oggi dalla stampa.

“Tutti i dati che abbiamo presentato in conferenza stampa  – dice il deputato Stefano Zito – provengono da fonti  ufficiali dell’Ars, Miccichè non sposti il focus della questione, abbiamo denunciato i costi solo per accendere i riflettori sull’inaccettabile improduttività dell’aula. Se avessimo fatto leggi per risollevare la Sicilia, nessuno si sarebbe scandalizzato dei costi. Il problema è che quest’assemblea, oltre alle leggi obbligatorie, non ha cavato un ragno dal buco, mentre la Sicilia affonda. Noi la nostra parte l’abbiamo sempre fatta, non a caso siamo il gruppo nettamente più prolifico dell’Assemblea e i più presenti nelle commissioni”.

M5S, “Saremo noi a querelare Miccichè che ci ha definiti farabutti”

“Miccichè  – afferma il capogruppo Francesco Cappello – ci querela? Lo faccia pure e poi si dimetta, non è degno di rappresentare quest’Assemblea che lavora col contagocce, che è in eterna sessione di bilancio e con una conferenza di capigruppo che non si riunisce da tempo nemmeno per programmare i lavori.  Intanto saremo noi a querelare lui che ci ha definiti farabutti e ci ha pesantemente offeso”.

“Miccichè – continua Cappello – dice, tra l’altro, che è falso che restituiamo parte dei nostri stipendi? Peccato per lui che ci sono ben sette progetti che lo testimoniano e perfino opere pubbliche, fatte con i nostri soldi, quando il governo che lui sostiene non riesce a farle neppure con soldi pubblici. Piuttosto che fare le pulci alla restituzione dei nostri soldi, Miccichè guardi quanto non restituiscono tutti i suoi colleghi, che sempre si sono sottratti ai nostri appelli e persino ai suoi, se è vero, come è vero, che una richiesta ufficiale del presidente dell’Ars, che sollecitava a tutti i deputati una donazione una tantum di pochi euro, è rimasta lettera morta”.