Cronaca

L’università di Palermo apre le porte alle scuole secondarie

PALERMO (ITALPRESS) – Offerta formativa più ampia e connessione potenziata con le aziende per uscire dalla dimensione ‘provincialè di ateneo del Mezzogiorno e aprirsi a una dimensione nazionale e internazionale, specialmente con l’arrivo imminente dei fondi del Pnrr: l’Università di Palermo ha aperto le porte a 20mila ragazze e ragazzi delle scuole secondarie per presentare le novità, didattiche e non solo, per l’anno accademico 2023-24. Coinvolti studenti dell’ultimo anno provenienti dalle province di Palermo, Caltanissetta, Agrigento e Trapani, ovvero le quattro aree cui fanno riferimento i poli universitari della Sicilia occidentale.

Le attività, presentate dal rettore Massimo Midiri nell’edificio 19 del campus di viale delle Scienze, dureranno fino a venerdì e prevedono una serie di tavole rotonde tra studenti e docenti sul Pnrr, la presentazione di corsi di orientamento e dell’offerta formativa per il nuovo anno accademico, incontri con professori e tutor dei singoli dipartimenti, consulenze individuali e colloqui con psicologi, workshop su come affrontare i test di accesso e spazi di riflessione psicologica.
Obiettivo di questi percorsi è rafforzare nei ragazzi la convinzione a proseguire il proprio percorso di studi in Sicilia piuttosto che in altri territori italiani o stranieri. Il potenziamento dell’offerta formativa coinvolge diversi settori a livello sia globale (transizione ecologica, intelligenza artificiale, digitalizzazione) che locale (enogastronomia).

La crescita della domanda, che riguarda tanto i corsi di studio quanto le immatricolazioni, è un primo segnale che la direzione intrapresa è quella giusta, ma per Midiri è necessario un ulteriore step: “Finora abbiamo vissuto in una dimensione provinciale, invece dobbiamo aspirare a essere qualcosa di più di un ateneo di riferimento al sud – spiega, – Nei nostri territori arriveranno il 40% delle risorse del Pnrr destinate all’Italia: è nostro compito intercettarle e avere una visione strategica che non vada ad alterare le logiche dei dipartimenti”.
Tale visione punta a un approccio più aziendalista in quanto, evidenzia il rettore, “le offerte formative devono produrre figure professionali all’altezza: se gli studenti vedono che il mondo del lavoro siciliano è pronto ad accogliere le loro capacità si sentono più motivati a rimanere qui”.

A una formazione di natura accademica va però affiancata quella psicologica, soprattutto in un momento difficile a causa della pandemia e della guerra: “Negli ultimi anni i giovani manifestano un certo malessere che l’Università ha il dovere di intercettare: in particolare, ci siamo soffermati sul potenziamento degli sportelli di ascolto e antiviolenza”, sottolinea Midiri. Un altro tema caldo è il rafforzamento della rete tra il capoluogo e i poli cosiddetti decentrati, ovvero Trapani, Caltanissetta e Agrigento: “Sono territori che rispondono a un’esigenza di città universitaria molto più di Palermo, troppo grande per rientrare in questo parametro – spiega il rettore, – Le offerte formative che propongono sono innovative e vanno incontro alle esigenze della Sicilia: chi risiede lì ha gli stessi diritti e doveri di chi sta a Palermo e tutti insieme ci poniamo l’obiettivo di fare economia nella nostra terra”.

Anche il Comune plaude all’iniziativa dell’ateneo, con l’assessore alla Rigenerazione urbana Maurizio Carta che evidenzia come “l’espansione dell’offerta formativa e la connessione con il mondo del lavoro fanno sì che la comunità universitaria diventi un interlocutore più esigente per noi. Dobbiamo ripagarli con un miglioramento dei servizi e dell’attrattività, specialmente per chi da fuori viene a studiare qui”. Carta rilancia poi l’idea di rendere via Archirafi, nella quale risiedono i plessi di Farmacia e Tecniche farmaceutiche, una sorta di campus urbano: “Sarebbe un modo per dimostrare come spazio cittadino e organizzazione universitaria procedano di pari passo e puntino a un miglioramento della vivibilità generale: tra gli aspetti che il Comune punta a potenziare non c’è solo la qualità dello spazio, ma anche la sicurezza e la creazione di ulteriori luoghi di aggregazione”.

– foto: xd8/Italpress

Redazione

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