Lukoil e Blutec, Schifani e Urso: “Vigileremo su garanzie per ambiente e lavoratori”

«La vendita della raffineria Isab di Priolo è una trattativa tra privati ed è fuori luogo che altri soggetti entrino nella negoziazione, in questa fase. Il governo regionale e quello nazionale sono vigili sul rispetto delle regole e delle procedure per il mantenimento dei livelli occupazionali e la tutela dell’ambiente». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, oggi pomeriggio ad Acireale dove ha avuto un colloquio con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in occasione della presentazione del francobollo dedicato al Carnevale della città etnea ed emesso dal Mimit, tra i sei della serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano”, dedicati ai Carnevali più antichi d’Italia. 

Il ministro ha sottolineato come per il petrolchimico di Priolo sia stata attivata la procedura della golden power anche a tutela dei lavoratori e di come sia stata assicurato il funzionamento degli impianti, contro ogni timore di chiusura. Con il governatore siciliano è stato affrontato anche il tema della riconversione della ex Blutec di Termini Imerese. Urso ha annunciato l’intenzione di sollecitare i commissari ad aprire una procedura concorsuale per i diversi soggetti proponenti progetti per l’area industriale, affinché si scelga quello più sostenibile e con le più solide garanzie per l’occupazione. «I competitor che si sono fatti avanti sembrano affidabili – ha aggiunto il Schifani – ma si faranno le necessarie valutazioni sia da parte del governo nazionale sia da quello della Regione. Sono fiducioso, l’assessore Tamajo sta facendo un grande lavoro». 

In merito al provvedimento che ha fermato il “Superbonus” edilizio, Schifani ha precisato che «la Regione si adeguerà alla scelta di Roma, ma è inutile appellarsi al mio governo per eventuali deroghe, come hanno fatto alcune forze di opposizione. Mi auguro che in sede di conversione del decreto del governo nazionale siano inserite le opportune verifiche per limitare al massimo l’impatto per le imprese del settore e chiudere una misura che ha creato un buco di 100 miliardi».