Luca Toni, 37 anni, ha rotto il silenzio e ha parlato per la prima volta del figlio che ha perso, il bimbo nato morto nel giugno del 2012. Il calciatore, in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha raccontato di parlare con Dio, lo ha fatto anche Mdjugorje, dove si è recato insieme alla compagna Marta Cecchetto a un mese di distanza da quel tragico evento: “Quel giorno ho sentito che la fede non mi accompagna da sempre per caso, e anche nei giorni belli, non solo nei momenti difficili, quelli in cui di solito ci si avvicina a Dio”, ha dichiarato il calciatore.
Luca Toni nell’intervista ha poi ripercorso quei momenti drammatici dopo il parto ‘Ce lo dica, dottoressa: ce lo dica’. Ci guardavano tutti senza avere il coraggio di parlare, e quegli occhi me li ricorderò finché campo. ‘Proviamo a cambiare macchina, magari questa non funziona bene’, ci avevano appena detto. No: era il cuore di Mattia, così doveva chimasi il nostro primo figlio, che non aveva più funzionato. ‘Ha smesso di battere ieri’: un terremoto dentro molto più forte di quello che ci aveva fatto spostare la sede del parto da Modena a Torino”
Dopo quel tragico lutto, Luca Toni e Marta Cecchetto sono riusciti a trovare la forza per andare avanti, nonostante il dolore e hanno avuto altri due bambini, Bianca, nel 2013, e Leonardo, nel 2014:
“Quello che Marta mi ha insegnato nei giorni successivi non ha prezzo, lì ho capito davvero quanto è forte la donna con cui sto: ‘Mi sistemo e ne facciamo subito un altro’, mi ha detto, e tre mesi dopo era incinta di nuovo, alla faccia di quelli che ci vedevano come genitori testimonial dei bimbi mai nati. E se io e lei non fossimo così uguali nel detestare il piangersi addosso, se ci fossimo buttati giù, forse Bianca e Leonardo non sarebbero mai arrivati: questo sì che possiamo insegnarlo.
Luca nel 2011 aveva proposto a Marta di sposarlo, i fiori d’rancio però non sono mai sbocciati: “Ma da allora è stata quasi sempre incinta”, ha spiegato il giocatore dell’Hellas Verona. Rispetto al suo ruolo di genitore, poi, ha rivelato: “Nel sonno continuo a far dei gran discorsi. Marta non ci fa più caso, anzi mi risponde, invece l’altra notte Sala, il mio compagno di stanza, si è stranito: sognavo mia figlia che stava cadendo dal letto e mi ha trovato che ero sopra di lui e cercavo di afferrarlo. Magari quel sogno aveva a che fare con la mia vera , solo paura: che un giorno i figli mi possano dire ‘Non sei stato un buon padre’. Ma forse è solo il modo migliore, inconscio, per sforzarmi di esserlo.
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