L’ombra di Cosa Nostra nell’inchiesta sulla Lega
C’è anche l’ombra di Cosa Nostra e del boss dei boss, Totò Riina, nel ciclone che in queste ore sta colpendo la Lega. Tra i tanti nomi è infatti spuntato anche un un uomo che si faceva chiamare Robert…
di redazione
C’è anche l’ombra di Cosa Nostra e del boss dei boss, Totò Riina, nel ciclone che in queste ore sta colpendo la Lega. Tra i tanti nomi è infatti spuntato anche un un uomo che si faceva chiamare Robert von Palace Kolbatschenko, che altri non era che Vito Palazzolo, uno dei maggiori ricercati d’Italia, considerato il cassiere di Cosa Nostra e fermato dopo decenni di latitanza a Bangkok, uscito fuori dopo alcuni presunti investimenti in Tanzania. A raccontarlo è Francesco Tucillo dei presunti contatti tra Vito Palazzolo e alcune delle aziende del gruppo Finmeccanica, come quelle che persino Giovanni Falcone citò negli anni della caccia al cassiere di Corleone. Tuccillo ha provato a rispondere a quelle domande davanti ai giudici di Napoli, nell’ambito della stessa indagine per corruzione internazionale che è partita dalle dichiarazioni di Lorenzo Borgogni e che è arrivata nei giorni scorsi nelle stanze di via Bellerio a Milano. Le sue informazioni Tuccillo le aveva raccolte muovendosi tra il Kenia, la Tanzania, l’Angola e il Congo belga, dove raccoglieva le stesse indiscrezioni sui sistemi di riciclaggio del denaro sporco che alimentano le indagini sulla Lega. E’ per questo motivo – sospettano alla procura di Milano – che la Fbme Bank ltd in Tanzania rifiutò i quattro milioni e mezzo che Pasquale Belsito voleva investire in quel paese.