MILANO (ITALPRESS) – Rivendica competenza, esperienza, capacità di ascolto dei territori e programmazione. Un pò politica, rigorosamente “civica”, un pò manager, è convinta di essere la novità di queste elezioni regionali, in equilibrio pragmatico tra continuità e discontinuità, cambiamento e conservazione. Così si presenta Letizia Moratti durante un’intervista con Claudio Brachino nello spazio della rubrica di Italpress “Primo Piano”. La candidata civica sostenuta dal Terzo Polo che corre per strappare al centrodestra la guida delle Regione Lombardia dopo 28 anni di dominio incontrastato si dice “estremamente fiduciosa” di vincere.
Tanto che la sua proposta civica potrebbe rappresentare persino un argine all’astensionismo: “Il mio rapporto col Terzo Polo è ottimo – sottolinea l’ex vicepresidente e assessora alla Sanità della giunta Fontana – i loro sono ottimi candidati e stiamo lavorando benissimo insieme, ma la mia proposta civica guarda agli elettori che non hanno votato perchè non si ritrovano nell’attuale quadro politico”. E qual è il quadro politico lombardo secondo Letizia Moratti? La candidata riannoda i fili a partire dal giorno in cui annunciò la scelta di correre sola e ricorda le ragioni dello strappo col centrodestra: “Io, chiamata a risolvere il disastro della campagna vaccinale in Lombardia, non mi sono ritrovata nella politica sulla salute del governo, troppo ammiccante rispetto ai no vax. Di fronte a provvedimenti che la Regione ha accettato e con cui non ero d’accordo, per serietà non potevo rimanere”. Parla di politica pura, prima che di temi elettorali, e promuove Meloni (“è molto positivo avere una donna premier le donne perchè hanno sensibilità diverse, ma io avrei investito di più in istruzione e sanità”), infatti la premier “sta tenendo una politica coerente con le esigenze di bilancio pubblico”, nonostante, e qui scatta la stoccata al centrodestra, “mi sembra che non sia sempre aiutata dai suoi alleati: in un periodo così difficile ci sarebbe bisogno di grande coerenza per un’azione di governo che sia incisiva”. Incisività che, a detta sua, è il segreto che la porterà a battere ogni avversario: “Ho saputo far crescere Milano con l’Expo, ora voglio mettere le mie competenze a disposizione della mia Regione che non cresce da 10 anni”. A partire dalla sanità, ambito d’elezione per l’ex numero due del Pirellone: “So dove intervenire e vorrei concludere il lavoro appena iniziato”, un lavoro almeno duplice “di rafforzamento della sanità territoriale attraverso case di comunità, ospedali di comunità e poliambulatori diffusi” e di interventi “sui tempi d’attesa”. “E’ vero che tutti noi candidati puntiamo molto sul tema della sanità ma io ho dimostrato di saper fare e di avere coraggio” replica quindi a Brachino, portando le sue prove: la gestione della campagna vaccinale, con l’azzeramento dei vertici di Aria, il ribaltamento della struttura informatica della Regione e la Lombardia che infine scala le classifiche europee. Il faccia a faccia, comunque, è l’occasione per presentare i temi del programma, “un piano di governo che ha un metodo diverso perchè prevede obiettivi di breve, medio e lungo periodo, con rendicontazione a seconda degli step di raggiungimento degli obiettivi”, spiega l’ex sindaca, e che si fonda su un “metodo previsionale che Regione non aveva”. Questo significa “collegare offerta e domanda di servizi, stratificazione dei bisogni in tutte le province e in tutti i settori, lavoro collegiale e non più a silos” tra assessorati. Questo, aggiunge, significa avvalersi del contributo di esperti e ancora di più potenziare “il raccordo con il territorio: c’è scollamento tra la Regione e i territori – affonda, condividendo racconti dal viaggio elettorale a bordo del suo pullman – in particolare coi i piccoli comuni, potrà pure dipendere dalla legge incompiuta sulle province ma a chi governa questo alibi non è concesso”. I comuni, per Moratti, vanno aiutati anche nella gestione dei fondi del Pnrr: “Loro sono i soggetti attuatori ma spesso non hanno tecnici, quindi c’è una regia che va ripresa in mano a livello regionale”.
E poi “il tema della macroregioni è importante, i confini amministrativi non dicono nulla – aggiunge – l’autonomia è importante, alla Lombardia interessa, in più qui è stata votata” quindi bene il ministro Roberto Calderoli sull’inserimento dei Lep nel disegno della riforma perchè “quando si stabiliscono i livelli essenziali delle prestazioni e i costi standard, non si favoriscono diseguaglianze”. Diritti uguali per tutti e proposte: accresciuta efficienza dei trasporti e della mobilità su scala regionale attraverso la messa a gara di Trenord, maggiore sicurezza con l’incremento di personale Polfer, rafforzamento dei diritti sociali con politiche abitative e per la famiglia, sostegno alla natalità e al lavoro femminile, spinta alla crescita mediante agevolazioni nell’accesso al credito per le 700mila piccole e medie imprese lombarde. Questi, in sintesi, i punti salienti del programma ribaditi da Letizia Moratti, che conclude: “Io corro per vincere”.
Photo Credits: Italpress
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