Lombardia, da Bcc dispositivi di protezione ai medici di famiglia
MILANO (ITALPRESS) – Cinque mila euro alla cooperativa medica Gst per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuali necessari per l’imminente campagna vaccinale e saturimetri da distribuire ai soci iscritti alla mutua della banca. Sono queste le prime iniziative messe in campo dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate per sostenere la lotta contro la pandemia e la battaglia in prima linea della Gst, cooperativa che raggruppa circa 200 tra medici di famiglia e pediatri di libera scelta che operano tra l’Altomilanese e la provincia di Varese.
“Già durante il primo lockdown avevamo fatto donazioni agli ospedali del territorio, ai medici e ai pediatri di base e alle associazioni impegnate a risolvere le urgenze delle famiglie più bisognose – commenta il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi-. E ora che la seconda ondata del Covid-19 ci sta nuovamente mettendo a dura prova dal punto di vista sanitario, della tenuta sociale e sotto il profilo economico, abbiamo deciso di scendere nuovamente in campo”.
“Al di là di ciò che stiamo facendo sul fronte del credito alle imprese e alle famiglie, che è la nostra missione principale, siamo convinti che è ancora il momento di stare vicini e di sostenere lo sforzo di chi combatte in prima linea per la nostra salute – continua Scazzosi -. Agli ospedali, strutture e strumenti sono arrivati. Chi, invece, continua ad avere una profonda carenza di risorse sono i medici e i pediatri di base, che rappresentano il primo punto di riferimento per le famiglie”.
“La Bcc torna a farci sentire fattivamente la vicinanza del territorio e lo fa mettendoci a disposizione delle risorse che permetteranno di dotarci dei dispositivi di protezione individuale necessari alla tutela nostra e dei pazienti per la somministrazione della campagna vaccinale e che, purtroppo, dalle istituzioni arrivano in quantità del tutto insufficiente – aggiunge Leonardo Vegetti, presidente Gst – Creare a livello locale una rete di reale collaborazione con i comuni, gli ospedali e gli enti più sensibili alle necessità della popolazione, è l’unico modo, in questa situazione, per mettere in atto un’efficace medicina del territorio. E per farlo è anche determinante proteggere noi stessi e i nostri ambulatori da possibili fonti di contagio”.