Lockdown e nuove abitudini: più tempo per figli, tv e musica
Lockdown e nuove abitudini. Più tempo per cura dei figli, tv e musica, relazioni sociali e attività creative, questo dicono i dati pubblicati dall’Istat nel report sulle nuove abitudini degli italiani durante i mesi di chiusura per l’emergenza sanitaria nazionale da Coronavirus.
Un terzo dei cittadini si è svegliato più tardi rispetto a prima del lockdown e un quinto ha dormito di più. Ad approfittarne sono stati gli uomini più delle donne.
Tra le attività di lavoro familiare la preparazione dei pasti ha coinvolto il 63,6% dei cittadini (l’82,9% delle donne, il 42,9% degli uomini).
Due genitori su tre hanno dedicato più tempo alla cura dei figli
La cura dei figli è l’attività che più frequentemente delle altre ha fatto registrare un incremento del tempo dedicato abitualmente, in particolare per il 67,2% di coloro che l’hanno svolta, mentre per il restante 29,5% non ci sono state variazioni.
La cura dei figli occupa il 7,9% dei cittadini, con minime differenze tra uomini e donne. Questo dato riportato alla popolazione che ha figli consente di evidenziare come questo tipo di attività sia stato molto impegnativo in quanto svolto dall’85,9% della popolazione con figli tra 0 e 14 anni.
Questa, tra l’altro, è stata indicata più frequentemente delle altre come l’ attività cui è stato dedicato più tempo rispetto alla situazione pre-Covid.
Lockdown con giornate diverse dal solito ma ricche di attività
L’obbligo di restare a casa ha stravolto la quotidianità dei cittadini e ha avuto un forte impatto sulla loro giornata e sul loro modo di passare il tempo. Il primo effetto è stato quello di ripiegare sulle attività possibili all’interno delle mura domestiche – senza rinunciare alla creatività – e di cogliere questa occasione per fare sperimentazioni e dedicarsi a quanto rimandato da tempo.
Uno sguardo complessivo su come i cittadini hanno utilizzato il loro tempo in un giorno medio della Fase 1 restituisce l’immagine di una giornata comunque ricca e varia.
Ordinando le attività in base alla percentuale di cittadini che le svolgono, al di là delle attività fisiologiche (dormire, mangiare, lavarsi, ecc.) che sono comuni a tutti, il dato che emerge con evidenza è che la quasi totalità della popolazione è riuscita a dedicarsi ad attività di tempo libero (98,3%). Il 76,9% ha svolto lavoro familiare (pulizia della casa, cura dei conviventi, ecc.). Solo il 28% è uscito per vari motivi (passeggiata, andare a lavoro, a fare la spesa). Ha lavorato il 16,7% della popolazione e studiato l’8% (quota che sale al 61,9% tra gli studenti di 18 anni e più).
A letto sino a tardi e tanto cibo
Innanzitutto, un terzo dei cittadini si è svegliato più tardi e un quinto ha dormito di più. Soprattutto gli uomini rispetto alle donne hanno approfittato della possibilità di riposare di più (23% contro 17,6%) e di prendersela più comoda al risveglio (36,8% contro 30,8%).
Per quanto riguarda il consumo dei pasti, anche se oltre i due terzi dei rispondenti non hanno riscontrato variazioni nel tempo dedicato, più di un cittadino su quattro (27%) ritiene invece di avere impiegato più tempo per fare colazione, pranzo o cena. I pasti sono diventati momenti conviviali anche nei giorni feriali a fronte della presenza della famiglia al completo più spesso che in altri periodi. La quota di quanti hanno dedicato più spazio a queste attività rispetto al periodo precedente è più alta tra i più giovani (41,8% tra i 25-34enni) e decresce con l’età. E’ interessante notare che un quarto della popolazione ha dichiarato di aver mangiato maggiori quantità di cibo e sono proprio i più giovani ad averlo fatto di più (39,5%).
Situazione analoga sul fronte della cura della persona (lavarsi, pettinarsi, truccarsi, ecc.), alle quali il 20% dei rispondenti ha dedicato più tempo: la quota è più alta tra le donne (23,6%) rispetto agli uomini (16,2%).
Lo smart working e le attività di svago
Il 44,0% di chi ha lavorato lo ha fatto da casa. La connessione a Internet come strumento di lavoro è stata utilizzata dalla quasi totalità degli home workers (95,8%).
Il tempo di lavoro è rimasto invariato rispetto a una giornata simile del periodo pre-Covid per il 60,2% del totale di chi ha lavorato, è diminuito per il 26% ed è cresciuto per il 13,7%.
L’attività di studio è stata svolta dall’8% della popolazione di 18 anni e più e la quota sale al 61,9% tra gli studenti.
Hanno dedicato tempo allo studio il 36,2% dei 18-24enni (circa 1milione e 500mila persone) e l’11,2% dei 25-34enni a fronte di meno del 5% del resto della popolazione adulta e anziana.
Più di un terzo di quelli che hanno studiato hanno approfittato del tempo disponibile per dedicarsi di più a questa attività (37,3%).
Passando a considerare le attività di tempo libero, quella che ha coinvolto il maggior numero di cittadini riguarda l’uso dei mezzi e dispositivi (93,6%) che, nella fase 1, sono stati un indispensabile canale di aggiornamento sull’evoluzione della situazione oltre che di intrattenimento.
La TV, vista dal 92% dei cittadini, si conferma la compagna di viaggio soprattutto nei momenti più difficili e per le categorie più vulnerabili: i livelli i più elevati si sono osservati tra la popolazione anziana di 65 anni e più che, nella quasi totalità dei casi, ha fruito di questo mezzo di comunicazione (96,2% dei casi).
Tra coloro che ne hanno fruito nel corso della giornata, quasi uno su due (45,9%) ha dedicato più tempo del solito alla fruizione del mezzo televisivo. Sono soprattutto i giovani fino a 34 anni e le persone nelle classi di età centrali ad avere visto la TV in misura maggiore rispetto al periodo precedente: 53,2% tra i 18 e i 34 anni e 50,1% tra i 35 e 54 anni.
Il 22% circa ha ascoltato la radio, con livelli più elevati di ascolto tra le persone di età compresa tra 55 e 64 anni (27,1%). Poco meno di uno su tre ha dedicato più tempo alla fruizione di questo mezzo di comunicazione.
L’altra attività di tempo libero più praticata sono stati i contatti sociali, ovviamente tramite i canali consentiti.