ROMA (ITALPRESS) – “Verrà fatto ogni sforzo per consentire la disputa a Roma della gara inaugurale degli Europei e delle altre tre partite. Su questo non c’è alcun dubbio”. Ai microfoni di “Radio anch’io sport”, su Rai Radio 1, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Franco Locatelli, rassicura gli sportivi e anche l’Uefa circa l’impegno di garantire un numero minimo di spettatori all’Olimpico (il 25%) per gli imminenti Europei di calcio. Condicio sine qua non, questa, che la Figc dovrà comunicare al massimo organismo continentale entro il 19 aprile.
“Premesso che la scelta spetta alla politica, da parte del Cts c’è la massima disponibilità a valutare la presenza del pubblico, considerando anche gli spostamenti di tifosi e gruppi squadra – sottolinea il professor Locatelli – Sarebbe auspicabile che l’Uefa conceda un po’ più di tempo, perché è difficile fare una previsione per un evento che si terrà tra due mesi”. A tal fine, il 60enne accademico bergamasco auspica “il massimo del dialogo sia con il sottosegretario allo Sport Vezzali che con la Federcalcio, per riuscire ad avere un pochino più di tempo per fare una valutazione compiuta su quella che è la percentuale di spettatori ed elaborare una serie di protocolli che siano rigorosamente in linea per la gestione di eventi come questi. Riuscissimo ad arrivare ai primi di maggio sarebbe leggermente più fattibile una previsione basata sulle evidenze. Gli indicatori epidemiologici suggeriscono in questo momento un chiaro trend in riduzione, però fare previsioni a due mesi di distanza è discretamente impegnativo”.
Locatelli, poi, si augura una riapertura degli stadi nel mese di settembre “perché vorrebbe dire che avremmo raggiunto una circolazione virale limitata e che quindi avremmo fatto ripartire anche altri aspetti della vita sociale del Paese”. Infine, sulla possibilità di vaccinare gli atleti che raggiungano Tokyo per le Olimpiadi Estive di questa estate, slittate di un anno a causa della pandemia di Covid-19: “E’ una decisione che compete al Governo e che avrebbe una sua logica nel consentire la partecipazione degli atleti in una condizione di massima protezione. Ma sono scelte che spettano alla politica, non debbono essere confusi i ruoli”.
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