La polizia ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di M.F., palermitano di anni 40, ed un’ordinanza di divieto di avvicinamento nei luoghi frequentati dalle vittime per i palermitani R.C., di anni 51, e G.C.27, responsabili, rispettivamente, il primo di tentata estorsione aggravata, e gli altri due di lesioni personali.
Il 12 marzo scorso, intorno alle 22,30, andava in scena una violenta lite in una sala scommesse di via Perez. A distanza di poco tempo, personale della Squadra Mobile ha stabilito che alla base di quella aggressione ci sia stata la molesta attitudine al gioco compulsivo di un avventore della sala scommesse.
Dalle indagini è emerso come M.F. quella sera reduce da una lunga serie di puntate perse ad una slot machine, avesse esaurito il denaro.
Indispettito dalla lunga serie di sconfitte e nella convinzione che la slot, di lì a poco, avrebbe erogato una vincita, l’avventore, diretto a casa per reperire altro denaro, avrebbe preteso che durante la sua assenza nessuno puntasse a quella slot.
Tale pretesa sarebbe stata rivolta, in modo minaccioso ed aggressivo, all’interlocutore, il responsabile della sala che, sin da subito, l’avrebbe ritenuta irricevibile.
M.F. nel tentativo di forzare la volontà dell’uomo, avrebbe esercitato una pressione sempre più minacciosa, addirittura infilando una chiave in bocca alla vittima.
Di lì a poco, lo scontro si sarebbe inasprito, spostandosi poco fuori sulla sede stradale. A dar man forte all’avventore sarebbero infatti giunti due suoi congiunti che avrebbero aggredito il responsabile della sala giochi ed il figlio di quest’ultimo giunto in soccorso del padre.
A conclusione dell’aggressione, padre e figlio avrebbero riportato ferite guaribili, rispettivamente, in 7 e 10 giorni.
Gli aggressori, fuggiti dopo avere udito le sirene della polizia in arrivo, sono poi stati identificati dai poliziotti della Mobile.
La ricostruzione della dinamica e del movente dell’aggressione è stata resa possibile anche grazie alle dichiarazioni, concordanti e convergenti, rese da alcuni testimoni dell’aggressione.
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