L’incredibile caso della morte del piccolo Francesco su cui, dopo 8 anni, non si riesce a far luce

Dopo quasi otto anni la giustizia non riesce a chiarire un presunto caso di malasanità avvenuto all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani.
Nel lontano 2007 il piccolo Francesco Inferi, che aveva appena un anno, venne condotto dai genitori in ospedale perché non riusciva ad evacuare, accusando forti dolori intestinali.
Il piccolo fu rimandato a casa con una prescrizione di qualche cucchiaio di olio di ricino ma poco dopo morì per arresto cardiocircolatorio e le perizie stabilirono che era affetto dal morbo di Hirschprung, una malattia congenita che provoca l’ingrossamento del colon e la conseguente stipsi.
Su denuncia dei genitori venne indagato il primario del reparto di pediatria dell’Ospedale, Maurizio Dolce, che però in primo grado fu assolto.
L’indagine fu allora estesa ad altri quattro colleghi del primario, anche loro successivamente assolti, perché riuscirono a dimostrare di aver fatto il possibile nelle condizioni date.
Ma la vicenda ebbe ancora un lungo strascico: la Procura fece appello all’assoluzione di Dolce che, in secondo grado, venne condannato a sei mesi di reclusione e, soprattutto, al risarcimento del danno subito dai genitori del piccolo, con una provvisionale di 80 mila euro ciascuno.
Furono allora i difensori del primario a ricorrere alla Cassazione che ha riaperto il caso, ordinando un nuovo processo davanti alla Corte di Appello di Palermo.
Insomma ad otto anni di distanza non è stato ancora possibile stabilire se la morte del piccolo Francesco sia da addebitare alla responsabilità dei medici o fosse inevitabile.
Quello che invece si conferma è che il nostro sistema giudiziario funziona male, non per nulla siamo al 160° posto nella classifica internazionale di efficienza.