Il sindaco di Licata, Angelo Cambiano, è stato sfiduciato ieri.
Dopo due anni il primo cittadino “antiabusivismo” torna a casa insieme a tutta l’amministrazione comunale, giunta e consiglieri. Tra le motivazioni della sfiducia si legge: “La gestione dei servizi sociali del Comune si è tradotta in un totale quasi azzeramento delle misure di welfare e in una incapacità reale di comprensione delle reali necessità degli strati sociali più poveri ed emarginati della città”.
Ma Cambiano non ci sta e annuncia ricorso. “Non si può mandare a casa un sindaco e un’amministrazione su motivazioni fasulle. Portateci gli atti e dimostrate ai cittadini che questa amministrazione ha aumentato la Tari anzichè ridurla. Dimostrate in che modo abbiamo azzerato le misure di welfare”. Così risponde il sindaco durante la seduta del consiglio comunale, durante la quale elenca tutti i provvedimenti approvati in due anni.
Secondo il sindaco licatese la sfiducia sarebbe “un atto di vendetta” da parte degli avversari politici, che non hanno mai digerito la sconfitta e hanno atteso i 24 mesi previsti per legge. «È stato difficile essere sindaco di una città tanto problematica ma è stato al contempo un vero onore per me. Io e la mia amministrazione ci abbiamo messo impegno, dedizione e passione. Ma quanto accaduto oggi – conclude Cambiano – dimostra che la politica delle “promesse” e dei tornacontismi alla fine resta sempre in piedi. Da giovane Licatese questo è quanto mi amareggia di più».
Sono stati 21 i consiglieri che hanno votato la mozione di sfiducia. Tra questi la presidente del Consiglio Comunale, Carmelinda Callea, i tre consiglieri di Area Rinnovamento, e Angelo Iacona esponente della lista Riprendiamo il cammino.
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