Licata, Brandara: “Per la prima volta ho paura per i miei familiari”
«Sono molto scossa, perchè non fa piacere ricevere quel tipo di minacce. Ma quello che più ha impaurito è stato il riferimento alla mia abitazione di Palermo, dove sono ospite di un amico, cosa che sanno in pochissimi. Ho avuto moltissima paura per me e peri i miei familiari. In passato ho ricevuto tantissime minacce, lettere minatorie con dentro cartucce calibro 12, bottiglie incendiarie, ma ho sempre mantenuto la schiena dritta senza avere paura. Oggi, invece, questo riferimento a Palermo mi preoccupa».
Le dichiarazioni a Mattino Cinque
Appare molto turbata Mariagrazia Brandara, commissario straordinario del Comune di Licata, ai microfoni di Mattino Cinque. La Brandara, chiamata ad amministrare la città dopo l’uscita di scena del sindaco antiabusivismo Angelo Cambiano, nei giorni scorsi è stata vittima di pesanti minacce di morte, che hanno reso necessaria l’assegnazione di una scorta.
Ed è lo stesso commissario, nel corso dell’intervista, a mettere in evidenza l’intervento delle istituzioni: «Lo Stato fin da subito mi è stato vicino». E alla domanda se pensa chela lettera minatoria sia stata firmata dai membri del comitato che chiedono di fermare l’abbattimento delle case abusive, risponde: «Saranno gli inquirenti a stabilirlo. Ho avuto un incontro molto civile con loro. Non vorrei sia opera di un balordo o di una mente raffinatissima che vuole sviare, parlando di abusivismo».
Duecento case da abbattere
Ma il lavoro della Brandara è tutto in salito nel Comune agrigentino. Dopo l’abbattimento di 75 case, il commissario straordinario dovrà seguire la demolizione di altri 200 immobili, in un clima di forte protesta dei cittadini, per molti dei quali la questione sicurezza passa in secondo piano di fronte alla perdita della propria abitazione.
L’appello ai media nazionali
Poi l’appello ai media nazionali per non dare un’immagine distorta della città: «Licata non è il Comune più abusivo d’Italia, né tanto meno della Sicilia. E’ una bella città, dove vive tante gente per bene».