Libera pianta alberi a Catania. È nell’ambito dei progetti 100 Alberi per Catania di Legambiente e 100 passi verso il 21 marzo di Libera, che alle 10 di mercoledì 7 marzo, nel primo tratto di via Plebiscito (dal n.1 in poi), a Catania, saranno piantumati 20 alberi dedicati ad alcune vittime delle mafie. Una decisione, quella di ricordare coloro che sono stati colpiti dalla violenza di cosa nostra, presa insieme ai residenti del quartiere, ai commercianti, agli alunni dell’Istituto Comprensivo “Vespucci – Capuana Pirandello” e a coloro che hanno donato le piante.
Un momento importante, quello in programma, che si realizza grazie alla sinergia tra tante realtà.
“Per dare ancora più valore a questo momento che vede particolarmente partecipi i cittadini – afferma Giuseppe Vinci, referente di Libera Catania – abbiamo pensato che fosse importante dedicare gli alberi da loro donati ad alcune vittime assassinate per aver difeso l’ambiente e ad altre legate al territorio catanese. In tal modo non potranno mai più essere dimenticate perché il loro ricordo crescerà e si nutrirà di terra buona”.
Nello specifico, coloro a cui saranno dedicati gli alberi sono: Roberto Mancini (Perugia), poliziotto, morto dopo una battaglia lunga 12 anni, le cui indagini hanno anticipato di 15 anni il disastro della Terra dei Fuochi; Natale De Grazia (Nocera Inferiore, Sa), a partire dal 1994 collaborò attivamente col pool investigativo della procura di Reggio Calabria sul traffico di rifiuti tossici e/o radioattivi. Si sospetta che possa essere stato avvelenato; Renata Fonte (Nardò (Lecce), fu la prima donna assessore che il P.R.I. vantò a Nardò.
Venne assassinata a pochi passi dal portone di casa, mentre rientrava da un consiglio comunale; Angelo Vassallo (Pollica Acciaroli, Sa), primo cittadino, ucciso in un attentato la cui sospetta matrice camorristica è tuttora oggetto di indagini da parte della magistratura; Giovanni La Greca, Riccardo Cristaldi, Lorenzo Pace e Benedetto Zuccaro, quattro piccoli scippatori, sequestrati e trucidati barbaramente per aver scippato la borsa alla mamma di Nitto Santapaola; Alfredo Agosta (1982), maresciallo dei Carabinieri; Pippo Fava (1984), giornalista; Beppe Montana (1985), commissario di PS, dirigente della sezione Catturandi della Squadra Mobile di Palermo; Giovanni Lizzio (1992), ispettore di PS, responsabile della Sezione Antiracket della Squadra Mobile di Catania; Antonino, Pietro e Salvatore Spartà (1993), pastori di Randazzo ribellatisi al pizzo; Luigi Bodenza (1994), guardia penitenziaria; Serafino Famà (1995), avvocato penalista.
La partecipazione all’iniziativa è libera. Chiunque, infatti, se lo vorrà, potrà essere parte “attiva” di questo progetto.
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